La tratta è un reato transnazionale complesso che tocca ogni Paese e ogni regione del mondo, Unione europea compresa. Metà delle vittime individuate nel continente europeo sono cittadini di paesi terzi, principalmente provenienti da Africa, Balcani occidentali e Asia.
Nel 2020 sono stati individuati ben 534 diversi flussi mondiali riconducibili alla tratta di esseri umani e oltre 120 paesi hanno segnalato vittime provenienti da più di 140 paesi di origine diversi. Secondo gli ultimi dati disponibili, tra il 2017 e il 2018 le vittime registrate nell’Unione europea sono state più di 14 000. È probabile però che il numero effettivo sia significativamente più elevato poiché molte vittime non vengono individuate.
Ancora oggi la maggior parte delle vittime nell’UE sono donne e ragazze, vittime della tratta a fini di sfruttamento sessuale. Delle vittime di tratta in UE quasi una su quattro è un minorenne; nei Paesi a basso reddito questo indice lievita, fino a raggiungere la metà delle vittime contate, la maggior parte costretti al lavoro minorile.
Questo reato genera profitti elevati per i criminali e comporta costi umani, sociali ed economici enormi. Si stima che nell’UE il costo economico raggiunga i 2,7 miliardi di EUR in un solo anno.
Diversi sono i fattori che facilitano il perpetrarsi di questa importante violazione dei diritti umani; tra questi vi è sicuramente l’attuale situazione migratoria globale e regionale che fa aumentare le vulnerabilità e pertanto anche i rischi di cadere nelle reti dello sfruttamento.
I trafficanti sfruttano le disuguaglianze sociali e la vulnerabilità economica e sociale delle persone, fattori che sono stati esacerbati dalla pandemia da COVID-19. La pandemia ha inoltre ostacolato l’accesso delle vittime alla giustizia, all’assistenza e al sostegno così come la risposta della giustizia penale a tale crimine. I trafficanti sono passati inoltre a un nuovo modello di business di reclutamento e sfruttamento online delle vittime, circostanza questa che rende più difficile il compito delle autorità di contrasto e della magistratura.
Negli ultimi anni si è potuta verificare l’ascesa del fenomeno dello sfruttamento lavorativo che, ad oggi, riguarda il 15 % di tutte le vittime della tratta all’interno dell’Unione europea, con un numero crescente di vittime che non vengono individuate.