Margherita De Bac
Il Comitato nazionale di Bioetica non condanna soli i medici complici del traffico clandestino, ma anche i pazienti
No all’atteggiamento protettivo nei confronti dei pazienti che scelgono di ricevere organi a pagamento. E’ la linea del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) che in documento approvato nell’ultima riunione plenaria ha espresso un parere a proposito di «Traffico illegale di organi umani tra viventi». Il problema non riguarda l’Italia, dotata di una rete di centri impermeabili al mercato clandestino e funzionante secondo meccanismi trasparenti, riconosciuti tra i migliori del mondo. Però non è da escludere che ancora oggi, come dieci anni fa, cittadini italiani decidano di saltare le liste di attesa nazionali e di rivolgersi a cliniche di Paesi extraeuropei (una volta andava di moda l’India) per ricevere un rene venduto da donatori a pagamento.
SANZIONI – L’Ue sta riflettendo e potrebbe prevedere la richiesta di sanzioni nei confronti di chi approfitta del bisogno di donatori poveri che offrono parti del loro corpo per denaro . Il vicepresidente del CNB, Lorenzo D’Avack ha seguito da vicino le fasi preparatorie del documento: «La nostra normativa condanna i medici che si rendono in qualche modo complici del mercato clandestino estero ma niente si dice del paziente. Non si può accettare dal punto di vista etico che vengano sfruttate persone incapaci forse per mancanza di informazione di manifestare coscientemente la propria volontà». Ecco allora che il Cnb «per ciò che concerne i pazienti acquirenti di organi, anche se malati gravemente e più o meno sollecitati da ragioni di urgenza, non ritiene lecito che questi possano essere esenti da responsabilità penale quando, direttamente o indirettamente, si appropriano di parti del corpo altrui, approfittando di persone povere e vulnerabili. Nel trapianto da vivente questa pratica, se legittimata, avalla l’idea che certi individui non abbiano pari dignità e che siano semplici oggetti utilizzabili a beneficio di altri». Questa viene considerata una <«orma di neocannibalismo che considera il corpo di altri come fonte di pezzi di ricambio smontabili con cui prolungare le nostre vite».
IN ITALIA – In Italia il fenomeno dei trapianti all’estero in centri stranieri qualificati e che attingono a liste di attesa sicure è ridotto al minimo: il 2%. I viaggi della speranza in cliniche del Terzo Mondo che attingono al mercato nero non vengono più segnalati ma secondo D’Avack non sono da escludere. Dunque il Cnb italiano ha ritenuto opportuno intervenire tanto più che l’Europa lo farà prossimamente. In una postilla allegata al parere e redatta da Luisella Battaglia, D’Avack e Vittorio Possenti si è voluto inoltre richiamare l’attenzione sulla posizione del medico o della struttura nei paesi d’origine, «investiti dei loro compiti terapeutici e di assistenza quando l’attività viene richiesta da quel paziente acquirente che abbia operato in clandestinità».