La denuncia di Emergency e Cgil dopo un sopralluogo nel territorio dove nel 2011 scoppiò la rivolta degli immigrati
Il territorio di Nardò, che dal 15 giugno sarà interessato alla raccolta delle angurie alla quale partecipano centinaia di immigrati, è impreparato ad accogliere i lavoratori stagionali stranieri. E’ quanto emerge dal sopralluogo compiuto da Emergency e da Cgil e Flai Cgil di Lecce.
Emergency, viste le gravi carenze rilevate e l’assenza di un presidio di pronto soccorso (il più vicino è a Copertino, a circa 11 chilometri da Nardò) sta valutando di essere presente con il Polibus, un ambulatorio mobile gratuito per periodi definiti. La Cgil invece manifesta “forte preoccupazione sulla tempestività ed efficacia degli interventi che le istituzioni interessate avrebbero dovuto già mettere in atto per garantire condizioni di accoglienza quanto meno dignitose per i lavoratori che stanno per arrivare, anche quest’anno, al di là delle previsioni che sottostimano il fenomeno”.
“Abbiamo incontrato – riferisce la Cgil in una nota – almeno 30 lavoratori nella cosiddetta falegnameria, struttura che è attualmente in uno stato di estremo degrado a nostro avviso peggiore dell’anno scorso, in cui manca ogni tipo di servizio, in primis acqua e luce e risulta circondata da alte mura che impediscono di vedere, a chiunque passi, le condizioni di chi vi si rifugia”.
Nell’estate 2011 circa 400 braccianti agricoli di origine africana, ospitati nella Masseria Boncuri di Nardò, scioperarono per quasi due settimane, dando vita in Italia al primo sciopero auto-organizzato di
lavoratori stranieri contro un sistema di sfruttamento basato sul caporalato, per il rispetto del contratto provinciale (previsto per legge) e per essere assunti direttamente dalle aziende. Per questi episodi di riduzione in schiavitù sono imputati, dinanzi alla Corte d’assise di Lecce, 16 persone, tra imprenditori e caporali.