Corriere della Sera

 

Lavorava in un’impresa senza permesso di soggiorno, per 18 ore, senza un giorno libero. La procura apre un’inchiesta

FIRENZE – Lavorava 18 ore al giorno, dal lunedì alla domenica, praticamente senza fermarsi. Tutto questo per un euro l’ora. Il giovane pratese, clandestino, ha deciso di denunciare la sua condizione di sfruttamento. Si è presentato all’ufficio immigrazione del Comune di Prato con evidenti segni di invalidità ed ha dichiarato di essere «vittima di un gravissimo infortunio presso la ditta cinese dove stava lavorando in nero». Ha raccontato di essere «arrivato in Italia clandestinamente qualche anno fa» e che «da subito ha iniziato a lavorare presso un’impresa cinese senza permesso di soggiorno e senza un contratto di lavoro». Così la procura di Prato ha aperto un inchiesta per lo sfruttamento dei lavoratori clandestini in una ditta cinese della città: è la prima volta che questo avviene in seguito alla denuncia di un lavoratore orientale.

Per circa un euro l’ora – secondo le testimonianze registrate dagli uffici del Comune di Prato – il giovane lavorava dal lunedì alla domenica, dalle 7 del mattino fino all’una di notte. «Anche gli altri operai – avrebbe raccontato il cinese – lavoravano senza tregua e con macchinari mal funzionanti e molto pericolosi». Nei giorni scorsi, proprio a causa del mal funzionamento dei macchinari, il giovane sarebbe rimasto ferito riportando lesioni e gravissime ustioni di secondo e terzo grado. Il Comune di Prato spiega che il giovane cinese, in quella circostanza «fu lasciato davanti al pronto soccorso dai connazionali e, ricoverato urgentemente, fu sottoposto a delicatissimi interventi».

Il Servizio immigrazione comunale, dopo aver riscontrato la fondatezza di quanto veniva riferito dal cinese, ha deciso di offrire la sua assistenza per redigere la denuncia penale contro i responsabili dei fatti e chiedere per lui un permesso di soggiorno per «protezione sociale», previsto dalla legge per tutti coloro che, irregolari, denunciano situazioni di grave sfruttamento. Grazie alla collaborazione della Questura, dopo le necessarie verifiche, il cittadino cinese ha già ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, ed è stato assistito dal Servizio immigrazione del Comune di Prato anche nelle fasi seguite alla redazione della denuncia-querela contro il datore di lavoro: ad oggi siamo in attesa di conoscere l’esito delle indagini svolte dagli organi inquirenti e sono state anche avviate le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità.

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