IL MESSAGGERO

Andrea Perini

Nel laboratorio tesssile dormivano in 12, mura di cartongesso anche per la cucina

URBANIA (Pesaro e Urbino) – Quello che è successo a Prato non deve succedere anche nel nostro territorio. E’ questo ciò che devono aver pensato gli uomini della polizia locale associata quando hanno deciso di effettuare vari controlli nei laboratori tessili gestiti da cittadini cinesi. E così, durante uno di questi controlli in un’azienda durantina a Santa Maria del Piano, nella parte superiore dell’edificio, dove di norma sono posti gli uffici, gli uomini del comandante Montanari hanno rinvenuto una vera e propria abitazione completa di cucina, tutto naturalmente non denunciato e quindi abusivo. Dodici i posti letto ricavati nei vari locali una volta adibiti ad uffici. La cucina invece è stata ricavata utilizzando un muro di cartongesso. «All’interno abitavano 7 o 8 persone – racconta Amedeo Montanari, comandante della polizia locale associata- Le condizione igieniche erano discrete ma i locali violano le normative». Nei prossimi giorni assicurano che i controlli verranno estesi a tutto il territorio, mentre per questa azienda i controlli termineranno con la visita dell’Asur.

«E’ stato un controllo opportuno –spiega il primo cittadino Giuseppe Lucarini – Siamo in Italia e vanno seguite le leggi italiane, che fra l’altro sono norme di igiene e destinazione d’uso, e di buona convivenza. In queste irregolarità c’è di mezzo la dignità delle persone, esseri umani, anche quando sono consenzienti ed anche la concorrenza sleale». Per quanto riguarda le sanzioni «verrà emessa una sanzione amministrativa – conferma Montanari – successivamente il Comune emetterà anche un’ordinanza per il ripristino dei locali al loro effettivo utilizzo». Ma non finisce qui: «Non sono da escludere eventuali sanzioni penali – commenta Storoni – Noi non le possiamo emettere, ma gli organi competenti, accertati i reati, seguiranno le leggi e in casi di abuso edilizio, di solito, si arriva al penale». Non è comunque il primo caso che coinvolge lavoratori cinesi ad Urbania. Nel 2010 grazie ad un blitz dei carabinieri un laboratorio tessile di Urbania, gestito da una cittadina cinese, fu chiuso per 30 giorni per non aver rispettato norme in materia di sicurezza sul lavoro.

 

 

 

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