”Salsa di pomodoro con lo 0% di sfruttamento”. E’ il progetto ”Sfruttazero” dell’associazione ”Solidaria” di Bari, Diritti a Sud (Nardò, LE) e Osservatorio Migranti Basilicata, giunto al quinto anno, per la produzione e vendita di salsa di pomodoro da coltivazioni agroecologiche. È in corso in questi giorni l’attività di raccolta dei pomodori.
L’obiettivo è trasformare il pomodoro da simbolo dello sfruttamento del caporalato nelle campagne pugliesi in un’attività lavorativa collettiva e solidale. ”Sfruttazero” nasce nel 2014 su iniziativa dell’associazione barese ”Solidaria” e, dall’anno successivo, collabora con ”Diritti al Sud” di Nardo’. Un gruppo di migranti africani e italiani coltivano e raccolgono pomodori su un terreno alla periferia di Bari, ne fanno salsa e la vendono in mercatini, spacci popolari e piccole botteghe grazie alle reti nazionali ”Fuorimercato” e ”Genuino Clandestino”. Ciascun lavoratore, regolarmente assunto, viene retribuito 7 euro netti l’ora per un massimo di 6-8 ore lavorative al giorno. Quando il progetto è cominciato, 4 anni fa, sono state prodotte e vendute 600 bottiglie. Quest’anno si stima una produzione di 25mila bottiglie. Il 2% del ricavato viene destinato ad una cassa di mutuo soccorso con cui l’associazione sostiene, tra le altre cose, le vertenze dei loro connazionali sfruttati nei campi. Un altro 8% va ad attività sociali e di formazione, mentre ben il 40% del totale è utilizzato per pagare i compensi dei lavoratori.
È tutto scritto sulla ”etichetta narrante” delle bottiglie di salsa, prenotabili anche via mail e sulla pagina. Facebook Quest’anno una parte della produzione di salsa sarà effettuata nei prossimi giorni, quando terminerà la raccolta, nel cortile di Villa Roth, un immobile pubblico abbandonato nel quartiere San Pasquale di Bari in cui vivono in autogestione 15 famiglie di italiani e migranti africani.