MILANO
I carabinieri hanno scoperto la drammatica storia di una 31enne, vittima di una coppia di connazionali
i suoi aguzzini l’hanno anche ustionata con un pentolino rovente
MILANO – Di giorno la vestivano di stracci e la mandavano a mendicare. Di sera le facevano infilare una minigonna e via, a prostituirsi in strada. Era una schiava a tutti gli effetti la 31enne romena che i carabinieri hanno liberato venerdì pomeriggio in via Cavallotti a Monza. La donna camminava al fianco della propria sfruttatrice, una connazionale di 30 anni. Alla vista dei carabinieri, che si trovavano in quella zona per un normale servizio di controllo, le due hanno provato ad allontanarsi, ma sono state bloccate e trasportate in caserma per gli accertamenti. Qui la giovane, nonostante la presenza della sfruttatrice, ha avuto il coraggio di confessare finalmente la sua storia.
FINTA AMICA – Arrivata in Italia nel giugno scorso senza conoscere nessuno, la 31enne aveva iniziato a frequentare la comunità romena di Monza. La sfruttatrice, con la complicità di un connazionale di 31 anni, si era avvicinata a lei fingendo di volerla aiutare. Prima le ha sottratto il passaporto, poi l’ha ridotta in schiavitù, in cambio di vitto e alloggio, in un appartamento in zona Taccona.
I GUADAGNI – La vittima veniva costretta tutte le mattine a indossare gli abiti da mendicante e a chiedere le elemosina davanti ai centri commerciali monzesi. Le sera, invece, era obbligata a prostituirsi nella zona del tiro a segno. Sette giorni su sette, senza sosta, consegnava tutti i suoi guadagni agli sfruttatori. Secondo i calcoli dei carabinieri, con le elemosine la ragazza riusciva a raccogliere soltanto una manciata di euro ogni mattina. Con la prostituzione, invece, guadagnava in media 300 euro a notte.
PENTOLINO ROVENTE – Quelle poche volte che aveva provato a disobbedire, era stata picchiata e minacciata. Sulla schiena porta ancora i segni di un pentolino rovente, con il quale i due l’avrebbero ustionata un giorno in cui si era rifiutata di uscire di casa. I due sono stati sottoposti a fermo per riduzione in schiavitù, lesioni e sfruttamento della prostituzione.