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Quello sullo sfruttamento della prostituzione in provincia di Avellino è un dato che colpisce. L’Irpinia si colloca addirittura nelle prime dieci province per l’incidenza del reato in rapporto alla popolazione, secondo l’ultima indagine  sulla qualità della vita pubblicata da Italia Oggi. Numeri, è bene chiarirlo, che in generale parlano di un’Irpinia sostanzialmente tranquilla sul fronte criminalità: trentesimo posto su centodieci. La provincia più sicura del Sud è Benevento. Nella classifica il Sannio sfiora l’ingresso nella top ten delle meno esposte a fenomeni criminali. Probabilmente anche perché certi territori – non ricchi e scarsamente abitati – risultano meno appetibili per le organizzazioni malavitose.

Il dato sullo sfruttamento della prostituzione fa riflettere, dicevamo, sebbene le fotografie fornite dalle cifre siano abbastanza elastiche quando parliamo di determinati reati (come gli omicidi) e di piccoli contesti sociali. Detto in altri termini, pochi episodi fanno balzare facilmente in avanti o indietro una provincia.

E’ bastato però un rapido sguardo alle ultime operazioni delle forze dell’ordine per mettere a fuoco il fenomeno. Lo sfruttamento in provincia di Avellino avviene solitamente in appartamenti privati della città e del suo hinterland. Case chiuse, a luci rosse. A prostituirsi sono donne, che provengono principalmente dai Paesi del Centro America: domenicane soprattutto. Ma anche cinesi. Poi si è assistito a casi che speriamo siano isolati. Di recente ha fatto notizia, e suscitato sconcerto, il giro di baby squillo messo in piedi in un circolo avellinese in pieno centro. Leggi…

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