Fantasmi, figli di genitori profughi che non possono registrare la loro nascita per povertà, per difficoltà burocratiche o per paura. Non possono andare a scuola, essere curati in ospedale e sono facili vittime dello sfruttamento minorile.
di MAURO POMPILI
TRIPOLI (Nord Libano) – Si chiama Aria ed ha 10 mesi, la febbre alta e una brutta tosse. Per decine di migliaia di profughi siriani che in Libano vivono nei campi informali sulle montagne libanesi, il freddo dell’inverno sembra non finire mai. Aria, però, ha un problema in più: è apolide. Come decine di migliaia di altri bambini nati da rifugiati siriani sta iniziando la sua vita in un limbo legale. “Ho paura di portarla in ospedale – dice Dina, la madre – perché siamo illegali nel Paese.” Per fortuna un medico di una ONG locale si sta prendendo cura di Aria, e per prima cosa gli ha portato una calda coperta di lana rosa.
Sono 36.000 i bambini siriani apolidi L’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) stima che circa 36.000 bambini siriani, il 70% dei 51.000 nati profughi in Libano dall’inizio della guerra nel marzo 2011, non hanno certificati di nascita e non sono registrati in nessuno dei due Paesi. “Questi bambini non esistono e quindi non hanno diritti.” Ha detto un funzionario statale che lavora con i rifugiati a Tripoli. “ Senza documenti non hanno il diritto di andare in ospedale o a scuola.”…leggi