Corriere della Sera

 

Giuliana Ubbiali

Tariffario per le prestazioni. Ma lui nega tutto. Massaggi da 50, 100 o 150 euro da due italiane e quattro sudamericane

Albano SANT’ALESSANDRO

Centro estetico a luci rosse
Gestore accusato di violenza

Tariffario per le prestazioni. Ma lui nega tutto. Massaggi da 50, 100 o 150 euro da due italiane e quattro sudamericane

Un centro estetico Massaggi da 50, 100, 150 euro. Dai tradizionali a quelli con maggiori optional, ma tutti accomunati dal finale con prestazione sessuale. Il prezzo aumentava a seconda delle richieste del cliente a una delle sei ragazze, 2 italiane e 4 sudamericane. In apparenza era un centro estetico come tanti altri, ma in realtà – secondo l’accusa – oltre ai normali trattamenti di bellezza i clienti potevano riceverne anche di altra natura. «La Dolce Vita», il nome del centro estetico di Albano Sant’Alessandro al centro di un’indagine della squadra mobile di Bergamo. Esiste ancora oggi, ma con il nome di un altro titolare che si attiene rigorosamente ai soli trattamenti di bellezza. Il gestore di allora – Giuseppe Duci, 48 anni, di Mozzo, che era finito ai domiciliari (ora non è sottoposto a nessuna misura) – è imputato di sfruttamento della prostituzione, oltre che di violenza sessuale su una delle ragazze che lavoravano nel centro.

Lui nega tutto. Dice che, se nel suo centro sono mai state fornite prestazioni di quel genere, questo avveniva a sua insaputa: impegnato in un altro lavoro per tutto il giorno, arrivava ad Albano solo la sera. Ieri, in udienza preliminare, ha chiesto il giudizio abbreviato (permette lo sconto di un terzo della pena, mentre scegliere il dibattimento significa rischiarne una più alta, in caso di condanna) condizionato alla produzione di alcuni documenti e all’ammissione di due testimoni, come chiesto dall’avvocato Michele Coccia. Il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Petillo ha rinviato la decisione al 31 gennaio.

Nel gennaio del 2012 una delle ragazze ha raccontato alla polizia di aver lavorato come prostituta per due settimane nel centro, con un’amica italiana. «Ci siamo incontrate in un bar, io parlavo male l’italiano, era lei a spiegarmi – è il suo racconto in questura-. Mi aveva detto che avrei dovuto fare sesso e poi lavorare nel centro». Poi la spiegazione delle opzioni per il cliente, massaggi con prestazioni sessuali di diverso tipo sulla base delle quali il tariffario era di 50, 100 o 150 euro. La ragazza aveva fatto riferimento a 4 clienti al giorno per ciascuna. Secondo l’accusa, il gestore si teneva dal 40% al 50% dell’incasso. Lui, invece, sostiene che sono tutte falsità, una vendetta delle giovani perché i pagamenti non erano sempre puntuali. Ma nelle accuse c’è anche altro. Una ragazza ha denunciato di essere stata costretta dal titolare a una rapporto sessuale con lui, pena il licenziamento. Raccolte le testimonianze, la polizia aveva fatto un blitz nel centro. Lì aveva trovato due massaggiatrici e due clienti che – risulta agli atti – hanno confermato di aver pagato e ricevuto delle prestazioni sessuali.

Menu