Brasile, è allarme turismo sessuale Italiani maglia nera dello sfruttamento

Attualità

La Stampa

PAOLO MANZO

Lanciata una campagna contro gli abusi dei minori: «Con Mondiali e Olimpiadi i rischi aumentano»

 

SAN PAOLO

Prostituzione, pedopornografia e turismo sessuale. Contro le varie facce dello sfruttamento dei minori è stata lanciata da Ecpat, “End Child Prostitution, Pornography and Trafficking”, “Don’t look away!”, una campagna di sensibilizzazione internazionale finanziata anche dall’Unione Europea. In particolare l’allarme è stato lanciato soprattutto per il Brasile, protagonista nei prossimi mesi di eventi sportivi di risonanza mondiale, dalla Coppa del Mondo nel 2014 fino alle Olimpiadi nel 2016. L’arrivo previsto, infatti, di milioni di turisti stranieri potrebbe rappresentare un pericolo per milioni di bambini che vivono in povertà, vittime della stessa miseria o dei narcotrafficanti ed aumentare, così, le già pesanti statistiche del turismo sessuale minorile che rappresenta una piaga per il paese verde-oro.

 

La campagna, dunque, si rivolge a turisti, tifosi ma anche a dirigenti sportivi e giornalisti affinché tutti possano dare il loro contributo per prevenire ed arginare il fenomeno. Anche perché, purtroppo, secondo i dati in possesso delle autorità siamo proprio noi italiani, assieme ai portoghesi e ai tedeschi, a guidare la classifica per nazioni del turismo sessuale in Brasile, soprattutto nelle città del nord-est di Natal, Fortaleza e Recife.

 

Come ha spiegato Marco Scarpati, presidente di Ecpat Italia, “il mercato del sesso storicamente nasce e si sviluppa in presenza di grandi spostamenti. I grandi agglomerati hanno sempre generato un’ampia offerta di ‘svaghi’, inclusi quelli illeciti”. Il rischio dunque c’è ed è altissimo. In Brasile, del resto, solo nel 2011 circa 250mila tra bambini ed adolescenti sono state vittime di prostituzione mentre ogni anno, 500mila minorenni sono vittime di sfruttamento e violenze sessuali. Dati questi che si incrociano con quelli mondiale dove, ogni giorno, una media di tremila bambini viene fatta entrare nel mercato del sesso.

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