Lavoratrici costrette a orari massacranti e con paghe più basse. Intercettazioni choc Donne reclutate a Taranto e Brindisi, e condotte nelle campagne della provincia di Bari
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Donne minacciate e costrette a lavorare come braccianti con orari massacranti nei campi di ciliegie e nelle vigne della provincia di Bari, una di loro sarebbe stata anche picchiata solo perché aveva osato chiedere di essere regolarizzata: è lo scenario inquietante emerso dalle indagini dei carabinieri di Brindisi nell’ambito di un’inchiesta che è approdata a una svolta con l’arresto di quattro persone per caporalato. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in cui si contesta il concorso in intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravati. L’indagine è stata condotta anche tramite videoriprese fatte lungo gli itinerari e presso un’azienda agricola in provincia di Bari. La manodopera proveniva prevalentemente dalle province di Brindisi e Taranto e sarebbe stata sfruttata con minacce ed intimidazioni, subite per via dello stato di bisogno e di necessità: le lavoratrici sarebbero state costrette a prestazioni superiori a quelle previste, a fronte di retribuzioni palesemente sproporzionate e all’obbligo di pagare giornalmente somme di denaro ai presunti caporali per l’attività di intermediazione. Leggi…
Braccianti sfruttate, quattro arresti I caporali: «Donne mule e capre»
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