LA REPUBBLICA

di ANTONELLO CASSANO

Contro lo sfruttamento dei migranti nei campi e le grandi catene europee che non rispettano i codici etici, come dimostrato dall’inchiesta della tv francese che ha toccato Puglia, Guinea e Ghana. Adesioni anche in Regione

La raccolta dei pomodori  “L’unica cosa da fare è il boicottaggio nei confronti di quei supermercati che vendono prodotti raccolti dagli schiavi nelle campagne pugliesi”. Yvan Sagnet, leader della rivolta dei lavoratori stranieri delle campagne di Nardò e oggi delegato sindacale per la Cgil, lancia una proposta che potrebbe avere un effetto dirompente nel settore agroalimentare pugliese: il boicottaggio di pomodori, uva, angurie e tutti quei prodotti raccolti tramite l’induzione in schiavitù nelle campagne di Foggia e Nardò. “Facciamo i nomi  –  dice ancora Sagnet  –  si tratta di Auchan, Lidl, Carrefour e anche Coop, tutte grandi catene che hanno sui loro scaffali questi prodotti, ma c’è una contraddizione perché nei loro codici etici affermano chiaramente al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori. Queste aziende stanno prendendo in giro i consumatori”.

Un attacco durissimo a tutta la filiera, dai campi agli scaffali, che secondo Sagnet rappresenta l’ultima arma per sconfiggere il caporalato nelle campagne pugliesi. Un tema che ha varcato i confini nazionali a causa di un’inchiesta giornalistica trasmessa nelle scorse settimane sul canale nazionale francese “France 2”. Il programma ha fatto conoscere ai telespettatori francesi le difficili condizioni di vita e di lavoro nelle campagne di Foggia e Nardò durante la raccolta di pomodori e angurie.

La puntata in questione dal titolo “La raccolta della vergogna” aveva come tema lo sfruttamento della manodopera. Partendo dagli scaffali dei supermercati e identificando alcuni fra gli alimenti più consumati dai francesi (broccoli, pomodori, pesce, banane) il programma televisivo ha svelato ai telespettatori cosa si intende per schiavitù moderna. Sono i tre gironi infernali visitati dai giornalisti francesi: la pesca della Guinea, i campi di banane del Ghana e pomodori, angurie e broccoli della Puglia. Il viaggio dei reporter transalpini prende il via proprio dalle campagne di Foggia, in cui proprietari di grandi aziende agricole, che esportano i loro prodotti in mezza Europa, sfruttano il lavoro nero e riducono in condizioni di schiavitù decine di africani, bulgari e polacchi. Per la Puglia una figuraccia internazionale.

L’ inchiesta coinvolge Auchan, Lidl, Carrefour e le altre più grandi catene di ipermercati a livello europeo. Grandi marchi dotati di codici etici lunghi decine di pagine, come quello di Auchan Italia in cui si sottolinea «il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori». Peccato che queste belle parole siano smentite dai giornalisti transalpini. Il tour dell’ orrore tutto pugliese infatti prosegue con una visita al cosiddetto “Grande ghetto”, una bidonville a pochi chilometri da Foggia in cui vivono “in condizioni disperate” circa 3mila tra maliani, ivoriani, senegalesi. L’ inchiesta non risparmia neanche le campagne di Nardò dove si raccolgono le angurie. Qui è il magistrato della procura leccese Valeria Mignone a illustrare la situazione, a spiegare ai giornalisti francesi cosa si intende per “caporalato”, parola non presente nei dizionari transalpini.

Ora la proposta del boicottaggio delle aziende agricole e dei supermercati che non rispettano le norme sul lavoro e riproposta da Yvan Sagnet raccoglie consensi anche ai vertici della Regione. “Siamo favorevoli a iniziative di boicottaggio avviate dai sindacati nei confronti di quelle aziende che sfruttano il lavoro nero e inducono alla schiavitù i lavoratori stranieri impegnati nelle campagne pugliesi”. Gli assessori regionali al Lavoro e all’Agricoltura, Leo Caroli e Fabrizio Nardoni, sono pronti ad aderire a nuove iniziative, anche clamorose, per contrastare il fenomeno del caporalato diffuso nelle campagne regionali.

 

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