Puglia, schiavi nella raccolta dei pomodori “Così si può combattere lo sfruttamento”

Attualità

La Repubblica

Un “daspo” sui finanziamenti alle aziende che pagano in nero. Incentivi europei solo a chi rispetta la dignità del lavoro. Controlli serrati. E una filiera più forte. Capace di alzare il prezzo al chilo contro le richieste della distribuzione. Le proposte dell’ex assessore alla Legalità Guglielmo Minervini

DI FRANCESCA SIRON

La notizia è rimasta in taglio basso. Eppure è buona. Nel senso letterale. Esicuramente nuova. Foggia: 14 immigrati denunciano alla Cgil di non essere stati pagati per quattro giorni di lavoro. Raccolta di pomodori. Compenso dovuto: 2 euro e 50 a cassone. Una miseria. Il sindacato segnala il caso “all’Organizzazione di produttori del Mediterraneo”, un consorzio che associa 150 aziende della zona, fra cui quella segnalata.

Fin qui, è cronaca di “normale” sfruttamento. Di quella schiavitù stagionale che l’Espresso denuncia da anni e che ha causato la morte di diversi braccianti anche quest’estate, morti di stanchezza e di fame. Ma ora arriva la novità. La speranza: il consorzio ha espulso immediatamente la società incriminata. E ha pagato ai lavoratori il dovuto, secondo la tariffa legale di 48 euro al giorno, molto più alta di quello che avrebbero dato loro i caporali.

Certo, è un segnale minuscolo. E in un’estate di grande attenzione sociale al problema dello sfruttamento nei campi. Ma è un segnale che qualcosa può cambiare. Che deve cambiare, perché la cappa di complicità sugli schiavi della raccolta è ancora granitica, come racconta Guglielmo Minervini , consigliere regionale in Puglia ed ex assessore (per due volte) con Vendola, in prima fila nella lotta per la dignità del lavoro….leggi

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