Una banda di albanesi capeggiata da un 40enne costringeva le prostitute a pagare tra Caserta e San Nicola la Strada
Caserta – Cinquecento euro al mese per prostituirsi su viale Carlo III, tra Caserta e San Nicola la Strada. Questo il «tariffario» imposto da una banda di albanesi alle donne dell’Est costrette alla vita di strada. E’ stata la squadra mobile della questura di Caserta, diretta dal vice questore Alessandro Tocco, ad arrestare il capo della banda ritenuta responsabile di induzione e sfruttamento della prostituzione ed estorsione. In manette Pllum Daci di 40 anni, nato in Albania, pluripregiudicato. Le indagini hanno appurato che un gruppo di cittadini albanesi, capeggiato proprio da Daci Pllum, aveva imposto a numerose prostitute, che esercitavano il meretricio nella zona di Viale Carlo III, il pagamento di 500 euro mensili per poter continuare ad esercitare la loro attività e in caso di rifiuto le costringeva ad allontanarsi, per poi consentire l’insediamento nella zona di prostitute “protette” dal gruppo, anch’esse di origini albanesi. Le indagini hanno avuto anche il conforto delle dichiarazioni di alcune prostitute, di origini ucraine, bulgare e polacche, costrette a pagare o ad allontanarsi dalla zona a seguito delle gravi intimidazioni e delle percosse subite. Lo stesso Pllum è già stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare nel 2000 per violenza sessuale, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e sequestro di persona. E nel marzo scorso è stato arrestato per i reati di furto, ricettazione ed estorsione continuati, in concorso con altre otto persone, di nazionalità albanese ed italiana, le quali avevano costituito un collaudato gruppo dedito ai furti presso aziende agricole della provincia, dalle quali sottraevano costosi mezzi agricoli che poi restituivano usando il metodo del «cavallo di ritorno».