Fermati dai carabinieri, obbligavano 14 connazionali, tra cui un 12enne e due donne incinte, a lavorare nei campi

Corriere della Sera

Luca Pernice

CERIGNOLA – Con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in concorso nonché di sequestro di persona e riduzione in schiavitù i carabinieri di Cerignola hanno arrestato due fratelli romeni di 36 e 22 anni.

Nel corso di alcuni controlli e dopo alcuni pedinamenti gli investigatori hanno bloccato, in via Don Minzoni, in pieno centro a Cerignola un furgone con targhe bulgare. All’ interno del mezzo vi erano 14 persone, tutte romeni, tra cui anche un ragazzo di 12 anni e due donne incinte. Gli stranieri viaggiavano in precarie condizioni igienico-sanitarie, ammassati gli uno sugli altri: inoltre il furgone era chiuso dall’esterno. Nel corso delle indagini è emerso che il mezzo stava trasportando i romeni in un campo di pomodoro per la raccolta dove gli stranieri lavoravano come braccianti.

Gli stranieri lavoravano anche per dieci ore, per venti euro al giorno, sotto la sorveglianza dei due fratelli romeni. Quando finivano di lavorare venivano accompagnati in un piccolo appartamento dove gli stranieri vivevano in precarie condizioni igienico sanitarie. Un piccolo locale che costava ad ogni romeno 30 euro al mese: denaro che andava ad uno dei due fratelli arrestati. “In questi giorni – ha detto il colonnello Antonio Basilicata, comandante provinciale dei carabinieri di Foggia – i militari sono costantemente impegnati anche nel settore del lavoro nero per la tutele dei diritti umani e per far in modo che questo fenomeno particolarmente sentito in Capitanata possa essere fermato o meglio ancora debellato”.

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