Il Tempo

 

Maxi operazione dei carabinieri della compagnia di Montesilvano (Pescara) nei centri massaggi della città adriatica gestiti da cinesi. I militari dell’Arma stanno eseguendo nove misure cautelari con il sequestro di cinque attività ufficialmente destinate a praticare massaggi ma trasformate dagli stranieri in veri e propri locali a luci rosse. I reati contestati agli indagati sono esercizio di casa d’appuntamenti e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Delle persone destinatarie di misure cautelari agli arresti domiciliari, i carabinieri di Montesivano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, ne hanno rintracciato solo 5 (e tra questi c’è una donna che ha rifiutato di riferire il suo domicilio per cui è stata condotta in carcere), mentre dei due obblighi di dimora ne è stato notificato solo uno e ne manca un secondo. Gli arrestati, tutti cinesi, è stato spiegato in conferenza stampa dal colonnello Marcello Galanzi, comandante del comando provinciale dei carabinieri di Pescara, sono i gestori delle attività a luci rosse celate dietro i centri massaggi mentre i destinatari degli obblighi di dimora sono i prestanome che consentivano a questi centri di ottenere la licenza perchè effettivamente si tratta di massaggiatori, in possesso del titolo per esercitare la professione. Dei sequestri effettuati, con la chiusura dei centri massaggi a luci rosse, quattro sono stati disposti dai gip del Tribunale di Pescara, uno è stato eseguito di iniziativa dall’Arma, ai fini preventivi, mentre altri tre centri massaggi sono stati sequestrati, di cui uno a Città Sant’Angelo, per la mancanza all’interno dell’attività di una figura professionale preposta.In due casi, è stato riscontrato il lavoro nero. Per tutti sarà proposta al Comune la chiusura. Il valore dei beni sequestrati si aggira sui 500 mila euro. Sono state riscontrate 16 irregolarità amministrative per cui sono scattate sanzioni per 22.500 euro. Le indagini, sono scaturite dalle segnalazioni di alcuni cittadini. Due, in particolare, hanno attirato l’attenzione dei militari. Un primo esposto era di una donna, intenzionata a scoprire se il marito la tradisse frequentando il centro massaggi, come temeva, per cui ha mandato in avanscoperta il fratello che ha confermato i suoi sospetti visitando l’attività, e lei si è rivolta all’Arma. Il secondo esposto portava la firma di un cittadino malato, con dolori alla schiena, che si è recato in un centro massaggi per risparmiare e ha scoperto che i servizi resi all’utenza non avevano niente a che fare con la lombosciatalgia. Tutti i servizi offerti in queste strutture, probabilmente, erano riconducibili a prestazioni sessuali, almeno a giudicare dai prodotti trovati al momento del blitz. E per ogni prestazione extra la tariffa saliva, fino a 150 euro. Il giro di affari complessivo sarebbe di circa un milione di euro l’anno. Tra il personale impiegato c’era una ragazza cinese che è arrivata a Montesilvano dopo aver risposto ad un annuncio di lavoro e ha scoperto solo successivamente di cosa si trattava. Si e’ rifiutata, è fuggita e ha chiesto aiuto ai carabinieri. Da qui l’indagine dei Carabinieri. Alla conferenza stampa hanno partecipato il luogotenente Claudio Ciabattoni di Montesilvano e Placido Abbatantuoni, dei Nas.

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