Iniziati i lavori della conferenza internazionale sul traffico di esseri umani promossa dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles
REDAZIONE
ROMA
La collaborazione tra suore e polizia metropolitana a Londra diretta a combattere il traffico degli esseri umani ha rivestito un ruolo di grande importanza in questi ultimi anni e ha dato ottimi frutti. Si tratta dunque di un’esperienza che si auspica possa essere messa in pratica anche negli altri Paesi: è quanto sottolinea il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster, che presiede i lavori della conferenza internazionale promossa in Vaticano dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, sul tema «Combattere il traffico di essere umani: collaborazione tra Chiesa e forze dell’ordine».
L’incontro di due giorni nella Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze, si è aperto con il benvenuto del capo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, ai numerosi ospiti, che comprendono i capi delle polizie di 22 Paesi del mondo e i responsabili dell’Interpol e dell’Europol. Quello della tratta delle persone è un fenomeno – denunciato più volte da Papa Francesco – di cui sono vittime quasi due milioni e mezzo di persone. Secondo recenti stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro, tale fenomeno porta nelle casse della criminalità 32 miliardi di dollari l’anno.
La conferenza, che si concluderà domani con l’udienza di papa Francesco, intende far conoscere il modello di collaborazione tra il Vaticano e le forze dell’ordine per combattere il traffico umano. Tra gli interventi, quelli del cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, e del ministro dell’Interno britannico, Theresa May, responsabile per l’immigrazione e la sicurezza. Sono anche presenti alcune vittime della tratta, e religiose che si occupano del loro aiuto.
Recentemente, contro la tratta di esseri umani, il Vaticano ha anche sottoscritto il lancio di una nuova rete ecumenica interconfessionale, «The Global Freedom Network». «Certamente tutte queste iniziative sono complementari – spiega Nichols alla Radio Vaticana -. Ma la caratteristica specifica e l’obiettivo di questa Conferenza è un’azione pratica sul terreno in Paesi diversi, in cooperazione con le risorse della Chiesa. La nostra Conferenza è abbastanza specifica e riguarda quello che accade nelle città, in collaborazione con le forze di polizia nella lotta a questo crimine».
Dal canto suo, aprendo i lavori della conferenza il cardinale nigeriano John Onaiyekan aveva osservato: «Il Vangelo della misericordia, della libertà, dell’amore di Dio, predicato dalla Chiesa, è negato nella pratica, di fronte ad esseri umani che vengono trattati come schiavi». «Il compito della Chiesa è a tutti i livelli – ha assicurato il cardinale, nell’intervento riportato da Radio Vaticana – Quando si vedono giovani, ragazzi e ragazze, che si vendono per fare soldi, pensando che con i soldi avranno una vita bella, bisogna incominciare ad insegnare loro che cosa significa la vera libertà, cosa è la vera felicità, qual è lo scopo della vita».
Per quanto riguarda «i trafficanti, i veri criminali», per il cardinale Onaiyekan «se si arriva a parlare con loro, si cerca di dirgli che questo non è il modo di trattare altri esseri umani. Ma nonostante tutto quello che possiamo fare – osserva – il nostro lavoro ha dei limiti: è lì che intervengono le autorità civili, le forze dell’ordine».