In manette anche una 37enne che aveva cominciato come prostituta per poi diventare «reclutatrice»
Decine di provvedimenti di cattura nei confronti di una banda di albanesi dedita allo spaccio di droga e alla prostituzione sono stati eseguiti martedì dai carabinieri. Le lucciole, tutte romene, si prostituivano in zona Fiera, e veniva loro assegnata una precisa porzione di strada lungo la quale attirare i clienti. La droga veniva spacciata a Milano in Svizzera. Al vertice dell’organizzazione c’erano due fratellastri, Ylber Mezja di 37 anni e Adriatik Ceka di 30, rispettivamente gestori delle prostitute e del traffico di droga. Le giovani si prostituivano in strada tra via Monte Rosa e via Tempesta, e poi portavano i clienti in appartamenti di pregio che i capi affittavano in zona, a prezzi che andavano dai 1.500 ai 2.000 euro al mese.
UNA DONNA – Nella banda c’era una donna di 37 anni, che aveva cominciato come prostituta ma aveva fatto carriera fino a diventare la «reclutatrice» del clan, tramite alcuni suoi parenti in Romania. L’abbigliamento delle giovani era elegante e veniva curato in modo da attirare i clienti. Ogni ragazza veniva «comprata» per 800 euro e se non rispettava i requisiti richiesti, veniva rispedita in Romania. Ogni prostituta aveva una tariffa di 70 euro per 30 minuti, allo scadere dei quali dovevano inviare un sms al proprio protettore, che le istruiva con un vero codice di comportamento. Grande attenzione era riservata anche all’abbigliamento, che doveva risultare elegante per non incorrere nella denuncia per atti osceni e attirare un pubblico abbiente. Gli introiti riportati dalle ragazze venivano poi reinvestiti nel reclutamento di nuove donne e nell’acquisto di sostanze stupefacenti.