L’indagine è partita dalla denuncia di un cliente e dalle verifiche
sul tenore di vita dei “protettori” che risultavano disoccupati
VENEZIA – Dieci ungheresi sono stati arrestati per sfruttamento della prostituzione in un blitz di guardia di finanza e polizia di Venezia che hanno, tra l’altro, sequestrato beni per un milione di euro. Il Gico delle fiamme gialle e gli agenti del commissariato di Mestre, coordinati dalla magistratura lagunare, hanno notificato 10 custodie cautelari in carcere e sequestrato 4 appartamenti e di 9 auto di grossa cilindrata.
I finanzieri e i poliziotti sono partiti da due diverse piste investigative: una sulla evidente sproporzione tra il tenore di vita degli indagati e l’assenza di attività lavorative, l’altra sulla denuncia per estorsione presentata alla polizia da un cliente, hanno poi sviluppato congiuntamente le indagini, delineando in breve tempo un quadro del gruppo criminale. È emerso così che i dieci ungheresi hanno monopolizzato, per tutto il 2012, la prostituzione sulle strade della provincia veneziana, gestendo decine di loro connazionali. Erano gli indagati a reclutarle nel paese di origine, a organizzare il loro ingresso in Italia e gli eventuali rientri in Ungheria, a fornire le sistemazioni logistiche.
Gli stessi sfruttatori, secondo gli inquirenti, decidevano i luoghi dove far esercitare la prostituzione, per evitare sovrapposizioni tra le varie “zone di influenza”: accompagnavano, controllavano e le donne privandole dei guadagni e, quando necessario, effettuavano blitz contro altre prostitute o i loro protettori. Nel corso delle indagini sono stati individuati anche alcuni insospettabili italiani, che accompagnavano le donne sul luogo di “lavoro” con le loro auto che sono state poi sequestrate.