La Nazione

 

Blitz dell’Ispettorato del lavoro: i 40 operai erano stati ingaggiati da cooperative per scopi umanitari e antirazzisti

di PATRIZIO FORCI
Siena, 2 novembre 2013 – Deficit inatteso sia per quanto riguarda i numeri che, soprattutto le forme,
della legalità in agricoltura, ma non solo. Controlli a vasto raggio, mirati nelle campagne alla
raccolta del pomodoro in Valdichiana e alla vendemmia in tutta la provincia, hanno fatto
emergere un sommerso allucinante. Con la scoperta di vere e proprie forme di capolarato,
sfruttamento fino a rasentare lo schiavismo, finora del tutto estranee al nostro territorio.
La scoperta fatta dagli ispettori del lavoro è sconvolgente: sembrava di trovarsi in uno di quegli
sfortunati angoli del mondo dove il lavoro è solo sopravvivenza quotidiana e tutto il resto della vita,
anche la più elementare, è un lusso non permesso. Questo, alla vista che si è presentata quando
hanno fatto accesso in un freddo capannone di metallo. Impiegati nella raccolta dei pomodori, gli
operai, provenienti per lo più dal Senegal e dal Ghana, lavoravano per conto di una cooperativa
con apparenti scopi sociali anche se, sino al momento dell’accesso ispettivo, il tutto avveniva in
assoluta violazione rispetto alle norme di tutela del lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori.
L’accertamento, effettuato dal personale dell’Ispettorato del lavoro di Siena e del Dipartimento di
prevenzione dell’Asl 7 di Siena zona Valdichiana, con i Carabinieri di Bettolle, ha accertato lo
stato di precario ed estremo degrado con cui venivano ‘ospitati’ i 40 ed oltre lavoratori, stipati in
un deposito e costretti a dormire per terra, su logori materassi o su cartoni di fortuna, per
lavorare dalle 10 alle12 ore al giorno, su terreni resi pesanti dalle forti piogge dei giorni precedenti
e senza riposo settimanale. Gli accertamenti e le indagini sulle responsabilità, che forse si
concentreranno anche su una sedicente associazione antirazziale, occupatasi, più o meno
direttamente, del ‘reclutamento’ dei lavoratori extracomunitari, proseguiranno e nelle prossime
settimane, allo scopo di verificare la regolarità di ciascun lavoratore e il rispetto delle norme sul
lavoro, sugli appalti e sui precetti nella prevenzione infortuni.
Se da un lato, con il dovuto coinvolgimento dell’Autorità Giudiziaria, si dovessero verifichare le
ipotesi di reati penali quali quelli previsti per irregolarità negli appalti, le false generalità

inizialmente azzardate da taluni soggetti o per lo sfruttamento aggravato del lavoro, dall’altro, sin
da subito, è stato possibile accertare la totale carenza delle tutele in materia di sicurezza e salute sui
luoghi di lavoro. I lavoratori occupati erano totalmente privi di qualsiasi indumento
antinfortunistico e non avevano neppure effettuato la formazione dovuta o gli accertamenti
sanitari obbligatori per attività così faticose e logoranti. Vista la gravosa situazione rilevata, è stato
imposto agli imprenditori coinvolti di interrompere le lavorazioni sino alla completa
regolarizzazione delle violazioni rilevate.
L’intervento è il segnale della forte presenza sul territorio senese degli organismi preposti alla
tutela del lavoro e dei lavoratori i quali, spesso, che siano stranieri o meno, vengono sfruttati per le
più elementari esigenze di sopravvivenza e che, a fronte di miseri guadagni, sono costretti ad
affrontare condizioni di lavoro al limite del disumano. Grazie alla fattiva collaborazione e al
coordinamento tra i diversi soggetti preposti alla vigilanza, è stato possibile intercettare un’attività
svolta in completo contrasto con le normative, non solo a tutela dei lavoratori, ma anche a garanzia
di tutti coloro che cercano di operare nel rispetto della legge e per i quali, specie in un momento di
crisi come quello attuale, i costi d’esercizio divengono sempre più elevati con il rischio di perdere
definitivamente la capacità di proporsi sul mercato.
Le circostanze rilevate rappresentano situazioni che, ovviamente, non dovrebbero mai vedersi in
nessuna parte del mondo e che mai si sono viste in una provincia, come quella senese, dove concetti
come parità dei diritti ed equità sul lavoro hanno sempre rappresentato capisaldi assoluti della
politica sociale del territorio. Anche con l’aiuto della società civile, dunque, si può realizzare, non
solo un’attività di repressione dell’illegalità ma, principalmente, si può dare impulso ad un’efficace
azione di prevenzione a fenomeni, purtroppo oggi sempre più frequenti, di decadenza e degrado.

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