L’inviato speciale delle Nazioni Unite ha visitato il paese caucasico per dare uno stimolo alla lotta contro il traffico e lo sfruttamento di donne e minori, destinati a paesi come gli Emirati Arabi Uniti, Turchia, Russia, Europa: un fenomeno che è sempre stato latente e che ora rischia di coinvolgere tutto il Caucaso
di SALVATORE GIUFFRIDA
ROMA – Dopo il collasso dell’Unione Sovietica e un programma di privatizzazioni a dir poco discutibile, la criminalità organizzata è riuscita non solo a controllare buona parte di un sistema economico che si estendeva dall’estremo Oriente al centro dell’Europa, ma anche a specializzarsi nelle attività illegali. I ceceni divennero i controllori del traffico di armi e droga, gli azeri delle contraffazioni alimentari, i georgiani si specializzarono in frodi bancarie, i russi nel traffico e sfruttamento di donne e minori da Bielorussia, Ucraina e Caucaso, in particolare Armenia…leggi