di MARTA RIZZO
Lavoro forzato, schiavitù e asservimento a scopo sessuale. Le vittime sono soprattutto minori che alimentano un mercato della pedopornografia capace di generare profitti per 32 miliardi di dollari. Mani Tese produce la versione italiana del documentario sul trafficking sessuale contro i minori Red Leaves Falling, e definisce il suo operato per combattere l’inaccettabile violazione dei diritti umani
ROMA – La compravendita di esseri umani nel mondo genera guadagni superiori ai 31 miliardi di dollari, ma la comunità internazionale spende circa lo 0,5% di tale somma per la lotta al trafficking, la tratta di persone (bambini compresi) destinati poi ai mercati più turpi, dallo sfruttamento sessuale, al traffico di organi, al lavoro forzato. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) stima che siano almeno 12,3 milioni i bambini e gli adulti costretti a lavoro forzato, schiavitù e asservimento a scopo di sfruttamento sessuale. Di questi, l’ILO valuta inoltre che 1,3 milioni di persone sono soggette a trafficking (nazionale e internazionale) a scopo sessuale. Il 56% delle vittime di trafficking sono donne e bambine. Secondo l’Unicef ogni anno sono 1,2 milioni i bambini (con una media di 14 anni) vittime dello sfruttamento sessuale, e il mercato della pedopornografia, in cui molte di queste vittime confluiscono, generi profitti pari a 32 miliardi di dollari.
Violazione dei diritti umani dal 2003. La definizione di trafficking come traffico di esseri umani è entrata in vigore al livello internazionale il 25 dicembre 2003 e l’Italia è stata tra i primi firmatari del così detto “Protocollo di Palermo”, o più precisamente “Protocollo addizionale delle Convenzione delle Nazioni Unite sulla Criminalità organizzata transnazionale relativo alla tratta di esseri umani, in particolar modo donne e bambini”. Innanzi tutto, con questo termine s’intende la tratta di persone per il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’alloggio o l’accoglienza, attraverso la minaccia o il ricorso alla forza o ad altre forme di coercizione, attraverso il rapimento, la frode, l’inganno, l’abuso di autorità o di una situazione di vulnerabilità, o attraverso l’offerta o l’accettazione di pagamenti o di vantaggi per ottenere il consenso di una persona che esercita un’autorità su di un’altra ai fini di sfruttamento.
Il protocollo di Palermo. Lo sfruttamento comprende, almeno, la prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il prelievo di organi; e ancora: il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’alloggio o l’accoglienza di un minore a fini di sfruttamento, sono considerati tratta di persone; in ultimo, il Protocollo di Palermo tiene a precisare che per minore età s’intende quella al di sotto dei 18 anni, al livello mondiale.
Il sommerso mondo del trafficking. Ovviamente, il trafficking è un’attività criminosa e illegale, ma è soprattutto e largamente sommersa, non è possibile avere dati precisi sulla precisa quantità di danni che procura nel mondo. Trova, quindi, terreno fertile ove le condizioni di vita sono più povere, o dove la discriminazione di genere o etnica sia più forte, andando a colpire le fasce di popolazione maggiormente vulnerabili e maggiormente propense a cedere all’inganno di false promesse di una vita migliore attraverso un buon impiego, la possibilità di studiare, o farcendo un matrimonio agiato.
Un film d’animazione bello e agghiacciante. Mani Tese si occupa da anni dello scandalo traffickingminorile e coglie l’occasione per denunciarne il crimine producendo la versione italiana del documentarioRed Leaves Falling, film d’animazione, prodotto dalla Stairways Foundation, una Ong filippina che da oltre 10 anni opera a favore dei bambini vittime di abusi sessuali. Il provocatorio cartone animato risulta piuttosto sconvolgente per la visione di quei bambini che nulla sanno dei loro coetanei violati nel mondo. La protagonista è Rubi, di appena 12 anni e, insieme alla sorella di 8, vengono comprate per pochi soldi, strappate dal loro villaggio e vendute come merce del traffico sessuale internazionale. Una storia che si ripete senza soluzione di continuità, senza rispetto per migliaia di bambini e bambine cui vien negato il diritto all’infanzia, di crescere e vivere una vita normale, alla scuola, alla serenità di una vita dignitosa.
Il lavoro di Mani Tese in Asia. “Da oltre cinque anni Mani Tese è impegnata, attraverso partnership con ONG locali, in azioni di protezione e sensibilizzazione sul fenomeno – afferma Chiara Cattaneo, responsabile Asia di Mani Tese – queste azioni si concentrano attualmente in due zone diverse della Cambogia: a Poipet, nel nordovest del paese, al confine con la Tailandia, e nel sud, a Sihanoukville, una delle principali mete turistiche del paese. Siamo impegnati in progetti di protezione, di sostegno all’istruzione primaria dei bambini che vivono e lavorano in strada, di accoglienza dei bambini vittime ditrafficking rimpatriati nel paese d’origine, di sostegno della madri dei bambini di strada. Il traffickingprevede una componente di spostamento ed una di sfruttamento, ed occorre lavorare su entrambi i fronti. Oltre quindi a un’azione transnazionale, occorre anche un’azione multisettoriale, con interventi che spaziano dal sostegno all’istruzione primaria, al sostegno economico alle famiglie maggiormente vulnerabili sotto forma di CCT (conditional cash transfer, trasferimento condizionato di capitale) alle campagne di informazione e sensibilizzazione”.