di Nadia Cossu
SASSARI. Secondo il collegio presieduto dal giudice Salvatore Marinaro (a latere Serra e Crobu) quello che una giovanissima prostituta romena fece sul volto di una “collega” connazionale non poteva essere considerato uno “sfregio permanente” e nemmeno ci fu “crudeltà” nel suo comportamento. Venendo meno queste due aggravanti, la diciannovenne originaria della Romania – difesa dall’avvocato Paolo Spano – è stata condannata ieri a 4 anni e tre mesi per lesioni, tentata estorsione e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, a fronte degli otto anni e sei mesi chiesti dal pubblico ministero Carlo Scalas.
Questa la storia: Madalina Michaela Iacob era finita in manette un anno fa insieme al romeno Viorel Neicu con l’accusa di aver gestito in città la tratta di giovani dell’est europeo. Neicu era già stato processato e condannato a tre anni e otto mesi per gli stessi fatti con il rito abbreviato. La 19enne, invece, ha seguito la via del dibattimento.
La Iacob e il suo connazionale erano stati identificati in seguito all’aggressione di un’altra prostituta romena. Secondo l’accusa, Madalina Michaela Iacob aveva sfregiato una ragazza perché aveva capeggiato una sorta di rivolta contro i capi del racket. La giovane, sempre secondo l’accusa, aveva il compito di controllare che le donne non violassero le regole ferree dell’organizzazione che le aveva portate in Italia e che le costringeva a consegnare una parte dei guadagni: ogni settimana dovevano versare 200 euro ai capi.
L’avvocato Paolo Spano, durante la discussione, ha spiegato ai giudici che la 19enne – con un vissuto personale particolarmente delicato – non aveva sfregiato la sua connazionale (e infatti il collegio ha escluso l’aggravante). La giovane è stata anche assolta dal reato di minaccia: secondo il pm la Iacob aveva fatto esplodere alcuni colpi di pistola da finti clienti per intimorire e convincere le lucciole a pagare.