Un indiano impiegava connazionali costringendoli a vivere senza acqua corrente e servizi igienico sanitari, in un cassone del camion frigorifero privo di telaio
Dopo i controlli e gli arresti nel Termolese e nel Reggino, prosegue la stretta sugli imprenditori che contravvengono alla legge sul caporalato. La polizia di Latina ha arrestato in flagranza di reato un imprenditore agricolo di nazionalità indiana, responsabile di sfruttamento del lavoro. L’uomo impiegava manodopera in condizioni degradanti e in stato di bisogno. È il secondo arresto in tre giorni in provincia di Latina.
A finire in manette Singh Gurman, 34 anni, titolare dell’azienda Hargun Sirat di Terracina, in località Barchi, che gli investigatori della squadra mobile e del commissariato di Fondi hanno arrestato con le accuse di caporalato, ricettazione e detenzione illecita di una pistola. L’indagato avrebbe costretto i suoi connazionali a lavorare in condizioni disumane, in cambio di pochi spiccioli, facendoli anche dormire all’interno di bivacchi di fortuna, immersi in un profondo degrado.
Il caporale costringeva i suoi connazionali a vivere senza acqua corrente e servizi igienico sanitari, in un cassone del camion frigorifero privo di telaio, che alcuni braccianti agricoli usavano come camera da letto, mentre altri dormivano sui materassi buttati per terra, su giacigli di fortuna, il tutto sotto costante minaccia. Perché l’imprenditore li ricattava: sarebbero tutti stati denunciati se non avessero fatto quello che gli veniva chiesto. Tra i responsabili dello sfruttamento, anche un altro indiano, Singh Vikramjit, irreperibile perché fuori Italia.
I due imprenditori pagavano regolarmente l’affitto dei terreni al proprietario italiano ed erano titolari di partita Iva, gestivano in proprio l’attività tenendo “prigionieri” i malcapitati braccianti agricoli, completamente soggiogati e intimoriti dal “padrone”. A conferma della continua azione esercitata dal titolare nei confronti dei braccianti, il rinvenimento di armi da parte degli agenti della polizia in una fatiscente struttura in muratura, dove sono stati trovati anche strumentazione e attrezzi per coltivare la terra.
Nel capannone ad uso agricolo, adoperato come dormitorio da Singh Gurman, sotto il letto, è stata scovata dai militari una pistola semiautomatica a salve marca Kimar modello lady K calibro 8mm, con la canna appositamente annerita in maniera tale da apparire vera. Ancora: all’interno di un condizionatore d’aria, è stata rinvenuta una pistola marca Beretta modello 38 special, provvista di quattro cartucce e risultata provento di furto perpetrato a Roma il 13 novembre 2017.