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Nico Genovese

IN UN CONVEGNO ALLA CATTOLICA SI È PARLATO DEL FENOMENO DELLO SFRUTTAMENTO DI LAVORATORI E DELLA LORO RIDUZIONE IN SCHIAVITÙ

Piacenza – Tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù, sembrano concetti da secoli passati ma sono tristemente attuali e conoscono un periodo di recrudescenza che fa il paio con la congiuntura che stiamo vivendo in questi anni.

Se ne è parlato oggi nel corso del convegno “Senza diritti. Lavoratori e lavoratrici gravemente sfruttati: interventi di emersione e di protezione sociale”, svoltosi presso l’ Università Cattolica e organizzato dal Comune di Piacenza assieme all’ associazione “Oltre la strada”, alla regione Emilia Romagna e con la collaborazione della LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’ AIDS).

Il traffico di esseri umani (human trafficking) è l’uso criminale di potere da parte di alcuni su altri, privati di libertà e ingannati nelle proprie speranze. Nel mondo sono oltre due milioni e 400 mila persone, in prevalenza donne e bambini, a vivere questa condizione e ad essere comprate e vendute per lavorare in condizioni di schiavitù.

Un fenomeno che è più vicino di quanto pensiamo e che coinvolge anche la nostra provincia, come ha spiegato il Prof. Francesco Carchedi, dell’ Università “La Sapienza”. Un fenomeno che da circa 15 anni continua incessantemente e che si affianca allo sfruttamento sessuale di ragazze nigeriane o dell’ est Europa.

“Questo tipo di sfruttamento – afferma Carchedi – assomiglia a quelleforme schiavistiche che abbiamo conosciuto nei secoli passati ed èimpensabile che avvenga in un paese come il nostro, con elevati livelli di civiltà e consapevolezza”. L’area coinvolta non è solo quella meridionale ma anche quella centro-settentrionale con datori di lavoro senza scrupoli che grazie ad arroganza o protezioni politiche possono usufruire di un serbatoio sommerso di manodopera a bassissimo costo, pagata dai 2 ai 5 euro l’ ora.

La responsabilità è da attribuirsi alla crisi, alla mancanza di lavoro che spesso spinge chi non ha un’ occupazione, a scendere a questi compromessi estremi. Poi c’è anche un aspetto legislativo, legato alla Bossi-Fini, una legge che deve essere sicuramente rivista in alcuni suoi aspetti.

A Piacenza sono circa trenta ogni anno i casi seguiti da “Oltre la strada”, come spiega Martina Colledani, che lavora in questo progetto regionale nato con l’ intento di togliere le ragazze sfruttate dalla strada ma, purtroppo, costretto ad ampliare il proprio raggio di azione e di estenderlo anche a coloro i quali vivono queste situazioni di sfruttamento lavorativo.

Tra questi fenomeni di sottomissione si è fatta luce in questi anni la piaga del “badantaggio”, ovvero della soggezione fisica, psicologica e sessuale di donne, badanti, che con la paura di perdere lavoro e permesso di soggiorno, vengono sottoposte a questi tipi di violenza.

Per l’ assessore al Welfare del Comune di Piacenza, Giovanna Palladini, l’ iniziativa di oggi si inserisce in un focus globale sul nostro territorio, volto a contrastare il lavoro gravemente sfruttato e a fare il punto della situazione, illustrando le azioni concrete che vengono messe in campo dalle istituzioni.

 

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