La Nazione

di Patrizio Forci

Dieci persone denunciate, duecento le ‘ragazze’ controllate in provincia

Siena, 18 settembre – Sollevato il coperchio, dentro la pentola un mondo che si sta rivelando più popolato e attivo del previsto. E’ il mondo della prostituzione, sul quale ha affondato il bisturi il comando provinciale dell’Arma dei carabinieri. Il punto di ripartenza è stato l’omicidio della trentaduenne colombiana Molina Camargo Lucelli, in via Valerozzi, le cui successive indagini hanno alzato il velo su una realtà sconcertante. A distanza di sei mesi, il comandante provinciale Franco Bartolini, il tenente colonnello Marco Grandini, il capitano Giuseppe Manichino, hanno presentato i risultati di una prima tranche di indagini.

Due le persone arrestate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, dieci i denunciati per favoreggiamento, circa duecento le prostitute controllate in una cinquantina di appartamenti. La serie, non ancora conclusa, di indagini riguarda tutto il territorio del capoluogo e le zone circostanti, che vanno da Rapolano a Monteriggioni, a Colle e alla Valdelsa. Indagini che hanno avuto riscontri e accertamenti verificati in flagranza di reato. Il che ha consentito di fare anche un «censimento» anagrafico e sociale dei clienti: che vanno dai diciottenni ai sessantenni e oltre, dagli studenti agli operai, commercianti, pensionati, liberi professionisti.

Per quanto riguarda gli arrestati, si tratta di un cubano e di un dominicano. Delle dieci persone denunciate, due sono italiani e otto straniere. Per quanto riguarda la nazionalità delle prostitute, l’80 per cento sono sudamericane, le altre dell’Europa dell’Est: sono state ‘censite’ 150 che in pratica hanno una dimora fissa nel territorio, le altre – una cinquantina – sono pendolari con le province limitrofe. Per quanto riguarda le sudamericane, approdano in Italia dopo essere transitate per un certo periodo in Spagna.

“Le indagini su questo mondo sono state approfondite proprio in seguito all’omicidio della ragazza colombiana: l’intento è quello di bloccare questo fenomeno e di impedire che si consumino reati ben più gravi della prostituzione. In questa prima fase – ha detto il colonnello Grandini – abbiamo appunto accertato come queste ragazze cambino spesso residenza ed abbiamo arrestato e denunciato persone che affittavano appartamenti con finalità ben evidenti”

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