il messaggero

Operazione della polizia municipale: 34 persone di etnia romena e bosniaca identificate, tra cui 14 minorenni, due donne incinte e altre tre con neonati in braccio

ROMA – C’è una precisa organizzazione, una sorta di racket, dietro i piccoli borseggiatori e mendicanti: vengono presi nei campi nomadi (quasi spesso da Castel Romano e Candoni) e accompagnati con pulmini e furgoni alle stazioni metro da dove parte «il giro».

Orde di ragazzini rom partono per il centro storico per iniziare a «lavorare». L’obiettivo è tornare al luogo di partenza con un bottino carico di portafogli, soldi, orologi e macchine fotografiche, per non sentirsi esclusi dal gruppo… Storie che si ripetono ogni giorno. Scene di vita quotidiana. Bambini che chiedono l’elemosina per strada, ragazzine dedite al borseggio: un fenomeno sempre più diffuso e complesso.

I CONTROLLI

Ieri mattina gli uomini del gruppo sicurezza sociale urbana (Gssu) della polizia municipale, diretti da Maurizio Maggi, durante una operazione congiunta insieme al personale ispettivo dell’Atac e alle guardie giurate del gruppo Metronotte e Sicurity Service, hanno controllato banchine e vagoni della metropolitana partendo dalla stazione Termini. Risultato: 34 persone di etnia romena e bosniaca identificate, tra cui 14 minorenni, due donne incinte e altre tre con neonati in braccio. Recuperati documenti e carte di credito gettati negli angoli delle stazioni. Le verifiche hanno interessato tutte le stazioni maggiormente colpite dal fenomeno dell’accattonaggio e del borseggio con particolare attenzione alle fermate di Repubblica, Barberini e Spagna. Durante le operazioni è stata denunciata una donna per aver provocato lesioni ad una guardia giurata dell’Italpol.

 

 

 

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