La congregazione Figlie della carità ha voluto “fotografare” il fenomeno
nell’isola. Età media sempre più bassa, gli sbarchi dei profughi aumentano lo
sfruttamento di Mario Girau
SASSARI. Hanno scattato una sorta di istantanea sulla situazione della prostituzione in strada in Sardegna:
sono gli operatori della Congregazione Figlie della carità di San Vincenzo de Paoli, che da molti anni
gestisce un progetto per la protezione delle vittime del traffico di esseri umani. In contemporanea in tutta
Italia, il D-Day delle lucciole è scattato nella notte del 3 maggio scorso. Per la prima volta in Italia, un ampio
numero di Unità di strada o di contatto che fanno riferimento alle reti nazionali, ai progetti di emersione e
identificazione per le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale finanziati dal dipartimento delle Pari
Opportunità e un ulteriore gruppo di enti, sono uscite contemporaneamente, tra le 21 e le prime ore del
mattino. Obiettivo: “mappare” il fenomeno attraverso gli occhi degli operatori che quotidianamente svolgono
azioni di contatto e di prossimità con i protagonisti della prostituzione. L’idea è costruire un osservatorio
nazionale delle presenze in strada di persone che si prostituiscono. Leggi…
Prostituzione sulle strade della Sardegna, la “mappa” in una notte
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