Una tradizione perversa vuole che la privazione della libertà si trasmetta per linea matriarcale: così i figli delle violenze sessuali perpetrate dall’etnia dominante – i “mauri”, gli arabo-berberi al potere – appartengono al padre-violentatore. Il Parlamento l’ha equiparata ad un crimine contro l’umanità, punibile con 20 anni di carcere
di RAFFAELE MASTO
MILANO – Accade in Mauritania, a pochi giorni dall’approvazione da parte del parlamento di una legge che equipara il reato di schiavitù ai crimini contro l’umanità. Di fatto accade che Biram dah Abeid, presidente del movimento anti-schiavista locale, arrestato l’11 novembre 2014 e condannato in primo grado a due anni di reclusione, viene processato. Assieme a lui saliranno alla sbarra il vicepresidente del movimento Brahim Bilal e l’attivista Djiby Sow dell’Ong Kawtal …leggi