Il Mattino
di Marco La Carità
Ventuno persone, tra le quali nove rumeni, sfruttate nei campi e in cinque esercizi commerciali e artigianali: nei guai i titolari
Giro di vite sul lavoro nero ad Ariano. Sono ventuno i lavoratori scoperti dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Ariano, coordinati dal tenente Oscar Salerno, che ha individuato diversi lavoratori stagionali privi di regolare contratto di lavoro.
Questi prestavano un servizio alle aziende, alle attività commerciali ed artigianali con paghe di gran lunga inferiori alla norma. Tra i ventuno lavoratori in nero ci sono anche nove uomini, tutti di etnia rumena, che erano impiegati per un periodo di tre mesi, da giugno sino alla fine di agosto nella raccolta degli ortaggi, nel particolare per i pomodori. Secondo quanto dichiarato dai lavoratori, questi esercitavano la loro attività senza alcuna corresponsione di contributi e in totale spregio delle norme a tutela dei lavoratori dipendenti per dieci ore giornaliere. Per di più erano completamente sottopagati perchè percepivano tre euro l’ora senza godere del riposo settimanale, essendo impegnati nelle attività per tutti i giorni.
Dagli accertamenti messi in essere a seguito dei controlli risulta che l’assunzione tra i datori di lavoro e i nove rumeni era stata stipulata solo verbalmente e senza mai ricevere alcuna busta paga. Questi lavoratori venivano pagati ogni due settimane con somme esigue e necessarie per la pura sopravvivenza. Vivevano in condizioni disagiate per una paga che non permetteva loro nemmeno di sbarcare il lunario. Il blitz della guardia di Finanza è stato compiuto nelle campagne a nord est del Tricolle, dove ci sono molte attività agricole che soprattutto nel periodo estivo cercano lavoratori per portare a termine i raccolti del grano e dei pomodori. Nei guai sono finiti quindi i due titolari delle aziende agricole, all’interno delle quali lavoravano i nove rumeni, perché hanno rimediato una denuncia per sfruttamento nel rispetto della normativa vigente sulla tutela dei lavoratori. Un dettagliato fascicolo è stato inviato anche alla Procura della Repubblica di Ariano e all’ufficio tributario per gli accertamenti del caso.
L’attività di controllo degli uomini della Guardia di Finanza di Ariano, promossa dal comando provinciale di Avellino nell’ambito di una serie di interventi di contrasto al lavoro sommerso, ha portato alla scoperta di altri dodici lavoratori che prestavano attività in cinque esercizi commerciali ed artigianali del Tricolle passati al setaccio. Nel mirino della fiamme gialle della tenenza di Ariano al comando del nuovo comandante Oscar Salerno sono finiti infatti falegnamerie, lavanderie e pizzerie. I lavoratori per lo più giovani erano assunti tutti a nero oppure in sfregio di un regolare contratto di lavoro. Una piaga molto diffusa quella di accettare condizioni di lavoro bistrattate, soprattutto in questo momento di crisi economica. Proprio per questo l’assoluta consapevolezza degli effetti distorsivi del lavoro sommerso sta spingendo il comando della Guardia di Finanza di Avellino, guidato dal colonnello Catalano, a mantenere alta l’azione di contrasto in tale settore.
Lo sfruttamento dei lavoratori in «nero», per l’appunto, oltre a danneggiare questi ultimi, che vengono sottopagati ed impiegati senza alcuna tutela assistenziale e previdenziale, altera le regole e la concorrenza nel mercato, creando un illecito vantaggio competitivo per le aziende non in regola. Una prassi tra l’altro che va a danno dei contribuenti onesti. Non è escluso che l’attività di contrasto al lavoro sommerso possa portare a galla ulteriori casi di illecito anche in altre zone della provincia.