il Messaggero

Nei guai otto persone, tra cui genitori e altri parenti

di Marcello Ianni

L’AQUILA – Quando i carabinieri hanno ascoltato le loro conversazioni telefoniche che venivano registrate su delega della procura della Repubblica, non hanno creduto alle loro orecchie. Da una parte c’era la madre di due minorenni, dall’altra la nonna. Entrambe, come se nulla fosse, si chiedevano se i carabinieri fossero a conoscenza del giro di prostituzione messo su dalle stesse aguzzine, ai danni delle due piccole vittime di 13 e 14 anni. L’inquietante storia, che ruota attorno a una famiglia romena che risiede in un comune dell’Aquilano, è emersa in tutta la sua crudezza quando nell’autunno scorso sono stati effettuati i primi arresti, compresi quelli riguardanti il padre e la madre delle due minori, costrette a prostituirsi per soli 20 euro.

Nei giorni scorsi la squallida storia ha fatto un passo in avanti: dopo l’audizione delle minorenni, il Gup ha fissato l’udienza preliminare a carico di otto persone (inizialmente gli indagati erano 18) accusati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. Tra questi figurano i genitori, altri parenti delle due minorenni, oltre ai clienti, tra loro anche un imprenditore aquilano.

Costoro hanno avuto rapporti con le due minorenni, tanto da vantarsene anche per telefono, senza sapere di essere intercettati. Ragazze indotte a non dire la verità agli investigatori, ad avere in cambio di rapporti sessuali piccole somme di denaro o altri benefit, soprattutto beni di consumo e per la cura della persona. Il tutto con la copertura della famiglia.

Addirittura stando alle prove raccolte dai militari dell’Arma, uno dei parenti delle due minori si sarebbe «sacrificato» per insegnare «l’antico mestiere».
Il via all’operazione era stato dato nel mese di agosto del 2011 da un cittadino residente nello stesso comune in cui è domiciliata la famiglia di romeni, quando si è accorto della strana presenza di uomini di volta in volta diversi accompagnare o stare in macchina con le due minorenni.

Nella delicata indagine tra il corposo materiale investigativo in mano ai carabinieri vi sono numerose intercettazioni telefoniche, come quella tra la madre e la nonna delle due minorenni in cui la prima dice alla seconda parlando di un possibile testimone: «Occhio che sta dai carabinieri». L’udienza preliminare è stata fissata per il mese di settembre. Gli indagati sono assisti dagli avvocati Massimo Costantini, Roberto Verdecchia, Maurizio Cora, Vincenzo Cipolletta, Mauro Ceci e Roberto Madama.

 

 

 

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