Il Secolo XIX

Paolo Isaia

Ospedaletti – Aveva riservato una stanza del suo albergo agli incontri a luci rosse di due giovanissime lucciole romene, una delle quali minorenni. Processato e condannato per induzione alla prostituzione minorile, per Giuseppe Troisi, 64 anni, ex titolare di un albergo di San Martino, è arrivato il momento di pagare il conto con la giustizia: ieri mattina, l’uomo è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Bordighera e rinchiuso nel carcere di valle Armea, dove sconterà una condanna a 3 anni e mezzo di reclusione, a fronte di una condanna a 4 anni e mezzo: dodici mesi li aveva già scontati tra detenzione e arresti domiciliari.

Pochi giorni fa, infatti, la pena inflitta sia in primo che in secondo grado all’uomo è stata confermata dalla Cassazione. Decisione che ha portato la Procura generale della Corte di Appello di Genova a emettere nei confronti di Troisi un’ordine di carcerazione. I militari si sono presentati nell’abitazione dell’ex albergatore, in via Aurelia Levante, a Ospedaletti, intorno alle 11. Troisi era già pronto: sapeva che il suo ingresso a valle Armea era questione di giorni, dopo la sentenza della Cassazione.

L’arresto di Giuseppe Troisi chiude un caso giudiziario che aveva destato grande scalpore, proprio per l’età delle prostitute che vendevano il proprio corpo in una delle stanze dell’albergo gestito dall’uomo. A sfruttare le giovanissime lucciole era un’organizzazione composta da almeno tre romeni, due uomini e una donna, e due nordafricani. Al corrente degli incontri tra le ragazzine e i clienti, inoltre, era anche il portiere di notte dell’hotel, che in alcune occasioni aveva preparate la stanza alle ragazze e alla donna romena che faceva parte della banda: anche lei si prostituiva.

Il blitz che aveva messo fine al “giro” a luci rosse era scattato il 10 giugno 2010, al termine di un’indagine dei carabinieri, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Genova, competente in materia di prostituzione minorile. Per settimane gli investigatori avevano registrato quanto accadeva nell’albergo di San Martino, anche con delle telecamere installate nelle stanze.

L ’indagine era nata dopo che una delle ragazzine era stata fermata durante un controllo anti-prostituzione sull’Aurelia. Già, perché l’organizzazione che aveva portato lei e l’amica in Italia dalla Romania le sfruttava anche per strada. In un primo tempo, lei aveva detto di essere maggiorenne, ma un successivo controllo incrociato con l’ambasciata romena aveva permesso di scoprire che aveva solo sedici anni. Messa alla strette, la baby-lucciola aveva raccontato quanto accadeva nell’hotel e fatto il nome dei suoi sfruttatori. Nell’occasione era emersa anche la complicità di Troisi nel mettere a disposizione le stanze dell’albergo.

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