LA REPUBBLICA

Nel capannone, in via Veneziani, lavoravano in nero dodici cinesi, due dei quali clandestini. Allestito anche un dormitorio con trenta letti e un sistema per non pagare l’energia elettrica consumata

La Compagnia della Guardia di Finanza di Ferrara ha scoperto una ‘chinatown’ del tessile in città, durante un blitz notturno in due laboratori situati in un unico fabbricato nella zona artigianale di via Veneziani.

L’operazione, cui hanno partecipato anche gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro, è scattata nella tarda serata di martedì e si è protratta per tutta la notte: sono stati individuati 12 lavoratori cinesi in nero, due dei quali clandestini. I finanzieri e gli ispettori del lavoro, benché all’esterno del capannone vi fossero installate diverse telecamere, hanno sorpreso i lavoratori sulle proprie postazioni, intenti a confezionare abiti per una azienda bolognese. All’esterno del laboratorio era parcheggiato un camion nel quale erano stati già caricati circa 500 capi di abbigliamento pronti per la consegna.

All’interno del capannone, privo di qualsiasi requisito igienico-sanitario, erano stati ricavati 30 posti letto ed un locale adibito a cucina/bagno, oltre agli spazi dedicati alle 40 postazioni lavorative occupate da altrettanti macchinari. Nel laboratorio operano da pochi mesi due imprese, formalmente intestate

a due cinesi, assenti all’atto del controllo delle Fiamme gialle. Dalle prime indagini gli intestatari sembrerebbero essere prestanome (un cameriere che lavora a Ferrara e una dipendente di un laboratorio di confezioni del Veneto), mentre il reale titolare sarebbe un cinese con precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento di lavoratori privi del permesso di soggiorno. Sono al vaglio dell’utorità giudiziaria le posizioni dei responsabili dei laboratori.

Particolare rilevante e per il quale la Guardia di Finanza sta ravvisando il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato è la scoperta di un elettromagnete applicato all’unico contatore presente nel laboratorio, che ha consentito di risparmiare sulla bolletta oltre il 95% dell’energia elettrica consumata, per diverse decine di migliaia di euro. L’attività dei due laboratori, a cause delle irregolarità accertate in materia di lavoro, è stata immediatamente sospesa dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Ferrara.

 

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