Corriere della Sera

Simone Dinelli

Una donna e due uomini di nazionalità romena sono finiti in carcere

STAZZEMA (Lucca) – Facevano prostituire la loro figlia adottiva minorenne, in collaborazione con un complice, ma sono finiti in carcere con l’accusa di sfruttamento in concorso della prostituzione minorile. E’ quanto accaduto a tre persone di nazionalità rumena, una donna e due uomini rispettivamente di 31, 33 e 35 anni, arrestati dai carabinieri dal nucleo operativo dei carabinieri di Viareggio all’interno del campo nomadi dove vivevano, a confine fra i territori di Stazzema e Seravezza, in Alta Versilia.

Le indagini, avviate alla fine del 2011, hanno permesso di appurare come la ragazzina, di etnia rom e minorenne all’epoca, fosse costretta a prestazioni sessuali a pagamento nella zona del vicino scalo ferroviario con una clientela scelta e approvata direttamente dai due genitori e dal loro complice, e tariffe oscillanti fra i 20 e i 50 euro che venivano quasi sempre versati direttamente a uno dei due coniugi. La maggior parte dei clienti sarebbe stata della zona, comprendendo anche anziani ultra settantenni. Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, inoltre, i due genitori adottivi sarebbero stati visti più volte offrire a pagamento, in prima persona, le prestazioni sessuali della giovane anche ad individui di passaggio, al fine di reclutare nuovi clienti. Per i due uomini, arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Firenze, si sono aperte le porte del carcere di Lucca, mentre la donna è stata trasportata nella casa circondariale di Livorno.

 

 

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