La Repubblica

 

ROMINA MARCECA

LE PROSTITUTE cinesi sono scese in strada e si sono conquistate il territorio vicino alla stazione centrale, riuscendo a occuparei marciapiedi in cui finoa poche settimane fa c’erano solo “colleghe” rumene e italiane. E hanno anche fatto affari d’oro perché i palermitani, lo dicono le indagini, sarebbero rimasti conquistati dai giochi erotici, dalle musiche di sottofondo e dagli unguenti utilizzati dalle donne orientali durante i rapporti sessuali.

È quanto hanno scoperto i poliziotti del commissariato di Brancaccio che, seguendo le ragazze in strada, sono arrivati finoa una casa di appuntamenti in via Lincoln, la strada che più di tutte in città conta i negozi con le lanterne rosse. La casa è stata sequestrata e la maitresse, Tang Lijuan, cinese di 46 anni, è finita agli arresti per favoreggiamento e induzione alla prostituzione. «Le donne cinesi sono arrivate sui marciapiedi – spiega un investigatore – perché la crisi ha colpito anche il settore della prostituzione e proprio loro, che hanno tutto l’interesse a non scoprirsi proprio nella Chinatown della città, hanno deciso di farsi largo». In quattro ore le cinesi riuscivano a guadagnare fino a 500 euro. Ogni prestazione costava dai 40 ai 50 euro, ma il prezzo lievitava fino a 100 euro quando le richieste erano più particolari. Il viavai nella casa di via Lincoln era agevolato anche dagli annunci su Internet, camuffati da finte pubblicità di massaggi orientali. Subito dopo scattava l’appuntamento telefonico.

L’indagine è stata lampo. È cominciata a metà gennaio proprio in via Lincoln. I poliziotti, in realtà, erano arrivati a quella strada per un altro caso: quello della maxi rapina a “Profumondo”. È successo durante i sopralluoghi che gli investigatori hanno notato le ragazze cinesi mentre adescavano i potenziali clienti. «È il gusto del nuovo che mi incuriosisce e le donne cinesi sono anche molto coinvolgenti», ha spiegato più di un cliente, superando l’imbarazzo, ai poliziotti che lo hanno fermato all’uscita dall’appartamento. Le donne che si prostituivano in casa erano cinque, di età tra i 35 anni e i 40 anni. Dentro il reggiseno una di loro nascondeva 240 euro, guadagnati in un paio d’ore di lavoro. Sui comodini, poi, sono stati trovati oli e creme per massaggi erotici.

Una delle donne bloccate dentro l’abitazione è risultata non in regola con il permesso di soggiorno. Nell’appartamento la polizia ha anche sequestrato un computer, otto schede telefoniche e sei tessere sanitarie intestate a uomini italiani. Secondo gli investigatori, quelle tessere sanitarie potrebbero portare a un secondo filone d’indagine. Non è escluso che alcuni clienti, non avendo abbastanza denaro, abbiano pagato la prestazione con le tessere sanitarie per consentire un giro di truffe in città. Adesso i poliziotti stanno passando al setaccio le schede telefoniche sequestrate per cercare un collegamento con le identità dei documenti sanitari.

Menu