A un anno dall’approvazione in Senato del disegno di legge 2217 – che inasprisce il reato di intermediazione
illecita e attribuisce la responsabilità del reato non solo al caporale ma anche al titolare dell’azienda agricola
che utilizza manodopera sfruttata – il caporalato continua a essere una pratica pervasiva. A tre anni
dall’istituzione, presso i Centri per l’impiego, degli elenchi di prenotazione dei lavoratori in agricoltura su
base territoriale, nessuno dei migranti è stato assunto attraverso tali liste. Perciò i braccianti migranti
impiegati, stagionalmente, in agricoltura vengono reclutati ancora attraverso il caporale, non solo per il
trasporto sui luoghi di lavoro ma anche per l’organizzazione della giornata di lavoro che, secondo quanto si
legge nel dossier TerraIngiusta, redatto da Medici per i diritti umani (Medu) il 26 ottobre 2017, rimane
ancora grigio. Leggi…
Caporalato, lo sfruttamento continua. La denuncia dei Medici per i diritti umani
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