Dall’Osservatorio Placido Rizzotto di Flai CGIL. Almeno 400mila lavoratori agricoli (più dell’80 per cento stranieri) si confrontano ogni giorno con l’arcaica pratica dello sfruttamento, unico modo per entrare nel mercato del lavoro (sia pure nero). 100mila di loro in una grave condizione di disagio abitativo: il 62% degli stranieri non ha accesso ai servizi igienici, il 64% all’acqua corrente e il 72%, si ammala
di EMANUELA STELLA
ROMA – Il caporalato in agricoltura, fenomeno criminale presente in tutta Italia, da nord a sud, ha un costo per le casse dello Stato, in termini di evasione contributiva, non inferiore ai 600 milioni di euro l’anno. Un “fatto della vita” per almeno 400mila lavoratori agricoli (più dell’80 per cento stranieri) che si confrontano ogni giorno con questa arcaica pratica di sfruttamento, unico strumento di cui dispongono per entrare nel mercato del lavoro (sia pure nero). Almeno 100mila di loro, poi, devono associare a una grave condizione di sfruttamento lavorativo il disagio abitativo e ambientale: il 62% dei lavoratori stranieri impegnati nelle stagionalità agricole non ha accesso ai servizi igienici, il 64% non ha accesso all’acqua corrente, e il 72% dei lavoratori che si sono sottoposti ad una visita medica dopo la raccolta presenta malattie che prima dell’inizio della stagionalità non si erano manifestate. … leggi