Prima volta che in Italia si arriva alla fase dibattimentale
16 in tutto gli imputati, contestata anche l’associazione
LECCE – Si è aperto, davanti alla Corte di Assise di Lecce, il processo a carico di sette imprenditori salentini e nove presunti complici africani, per lo sfruttamento dei braccianti nei campi di Nardò. È la prima volta in Italia che si arriva alla fase dibattimentale di un procedimento in cui viene contestato il reato di caporalato. Oltre al reato di caporalato la pubblica accusa, contesta ai 16 imputati l’associazione a delinquere, riduzione in schiavitù favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e permanenza in stato di irregolarità sul territorio http://farmaciainitalia.com/cialis.html nazionale, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, e estorsione.
L’INCHIESTA – Le indagini, che nel maggio scorso portarono all’arresto di 22 persone nell’ambito dell’operazione Sabr furono condotte tra il 2009 e il 2011 dai carabinieri del Ros, che documentarono con filmati e intercettazioni le condizioni disumane di lavoro dei migranti nei campi. Successivamente la Dda contestò agli indagati il reato di riduzione in schiavitù, poi annullato dal Riesame e nuovamente contestato dalla procura all’atto della conclusione delle indagini preliminari. In aula sono presenti alcuni imputati e i quattro lavoratori che si sono già costituiti parte civile