La Nuova Sardegna
di Antonello Palmas
La polizia locale denuncia per disturbo della quiete sei giovani straniere, due hanno 18 anni. Rischiano due proprietari
OLBIA. Hanno finto di essere dei clienti interessati a un incontro e gli agenti si sono presentati di buon mattino a casa loro, in via Eugenio Montale: le ragazze hanno lasciato la porta aperta, seminude, senza sospettare che quelli non erano i primi “affari” della giornata, ma stavano per fare la conoscenza con gli agenti della polizia locale, decisi a dare una svolta al giro di prostituzione che da tempo caratterizza il quartiere di Sa Marinedda (o Olbiamare), alle spalle di Auchan. E’ cominciata così, dopo le 8 di ieri, l’operazione degli uomini di Gianni Serra, che hanno sequestrato tre appartamenti e denunciato per disturbo della quiete pubblica sei giovani lucciole, due romene che hanno compiuto 18 anni in primavera, un’altra di 24 anni e tre della Repubblica Dominicana tra i 27 e i 29 anni. Il fatto che le straniere, alcune piuttosto avvenenti, praticassero il sesso a pagamento attraverso l’utilizzo di annunci in un sito internet specializzato molto conosciuto, con tanto di tariffario, di per sé non rappresenta un reato. Ma gli agenti sono intervenuti perché la situazione in quello che purtroppo è ormai conosciuto come “quartiere a luci rosse”, nonostante vi abiti tanta gente per bene, era divenuta insostenibile: molti, moltissimi appartamenti infatti sono stati affittati alle prostitute (secondo qualcuno potrebbero essere addirittura il 40 per cento, un numero enorme).
Un fenomeno di proporzioni tali da condizionare in maniera pesante la vita degli sfortunati vicini. Costretti ad assistere a processioni di uomini, campanelli suonati a tutte le ore (e spesso c’è stata gente svegliata in piena notte da qualcuno che aveva sbagliato l’interno…), contrattazioni alla luce del sole (e della luna), gemiti chiaramente udibili dalle finestre lasciate aperte per combattere il caldo. Per non parlare dei clienti ubriachi. E delle ragazze o madri di famiglia, abbordate per strada da persone che danno per scontato il fatto che da quelle parti le donne facciano solo quel mestiere: per le interessate un incubo continuo. Anche perché le lucciole, quelle “vere”, per autopromuovere l’attività adescavano direttamente in via Pavese, vicino ad Auchan, dove qualche settimana fa c’era già stata un’operazione.
«Abbiamo ricevuto parecchie segnalazioni di persone esasperate – spiega il comandante della polizia locale, Gianni Serra – e da oltre un mese abbiamo cominciato un’attività fatta di controlli di agenti in borghese, foto, raccolta di testimonianze, controlli sul web». Le ragazze infatti si facevano pubblicità su un sito internet mostrandosi in pose provocanti proprio nelle stanze dove abitavano e quelle foto sono divenute prove inoppugnabili per indirizzare i poliziotti municipali a colpo sicuro. «Abbiamo deciso tre sequestri preventivi di appartamenti e abbiamo accompagnato le sei ragazze al comando per controllare i documenti: tutte le ragazze sono risultate in regola con i permessi». Serra afferma che questo è solo l’inizio, un segnale a chi affitta in maniera come minimo avventata e rischia così l’accusa di favoreggiamento. Due dei proprietari, uno del Nuorese e uno di Quartu, non sembravano troppo colpiti dall’apprendere che i loro appartamenti venivano utilizzati per la prostituzione: saranno denunciati per favoreggiamento. Non così un continentale che ha affittato tramite un’agenzia e ha casualmente scoperto l’uso che ne veniva fatto dopo aver riconosciuto gli arredi della sua casa sul web, è stato tra i primi a rivolgersi alle forze dell’ordine. Serra spera che questa operazione scuota l’ambiente e spinga altri proprietari a muoversi, liberando il rione. Si rende conto che le lucciole sono le vittime (più o meno inconsapevoli) e che ora «occorre arrivare a capire chi c’è dietro questo traffico di giovani straniere che ha trasformato il quartiere in un ghetto».