La Repubblica

MASSIMO LUGLI

OTTOCENTOMILA euro all’ anno: questo il giro d’ affari di una gang di sfruttatori albanesi sgominata dai carabinieri del maggiore Antonio Forte, comandante della compagnia dell’ Eur. L’ inchiesta è scattata nel gennaio del 2012, dopo la denuncia di una ragazza che, allora, aveva solo 16 anni. Undici le persone arrestate, tra cui un egiziano, titolare di un locale di Centocelle (“Lo squalo”, già teatro di un omicidio nel 2009 e di una sparatoria) che, per 300 euro al mese da ciascuna ragazza, si prestava ad assumerle sulla carta, con tanto di busta paga e versamenti previdenziali. Nel gruppo c’ era anche un italiano di 60 anni, che accompagnava le prostitute sulla Colombo o sulla Salaria in cambio di 10 euro a tragitto e prestazioni sessuali gratuite. «Macchina» o «Animale», così le la ragazze venivano definite dagli sfruttatori che, al telefono, usavano un codice simile a quello dei narcotrafficanti. «Vado a prendere un caffè» significava «Vado a incassare i soldi» mentre l’ intramontabile «Piove» indicava l’ arrivo indesiderato delle divise. L’ inchiesta, coordinata sul campo dal tenente Antonino Piccioni, apre uno squarcio sulle nuove frontiere della prostituzione di strada. Le ragazze, diciotto in tutto, provenivano dalle zone più povere della Romania e venivano alloggiate in appartamenti piccoli ma decorosi sparpagliati tra la Casilina, Centocellee Tor Bella Monaca. Il debito iniziale, per il viaggio in treno o in bus e l’ assunzione fasulla nel locale, costava alle ragazze 6 mila euro, poi c’ erano i 300 da sborsare a ogni busta paga e altri 300 alla settimana destinati alla gang degli sfruttatori: il resto del guadagno potevano tenerselo. Una delle prostitute (che è stata denunciata a piede libero) era stata promossa al ruolo di sorvegliante: continuava a battere il marciapiede ma, allo stesso tempo, teneva d’ occhio le altre. Molto brutali, com’ è tradizione della mala albanese, i metodi per domare qualunque tentativo di ribellione delle giovani donne: le ragazze venivano minacciate, insultate e picchiate a sangue. I carabinieri hanno anche sequestrato due pistole a un albanese che, però, non risulta coinvolto nello sfruttamento delle ragazze. Una prostituta che aveva osato protestare è stata aggredita con un tubo di ferro e rapinata di tutti i soldi che aveva con se.

 

 

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