Il Tempo

 

Fab. Dic.

L’egiziano le assumeva nel suo circolo culturale “Lo Squalo”, loro si prostituivano su Cristoforo Colombo, piazza di Navigatori e Salaria, accompagnate in auto da un sessantenne romano 

L’egiziano le assumeva nel suo circolo culturale “Lo Squalo”, loro si prostituivano su Cristoforo Colombo, piazza di Navigatori e Salaria, accompagnate in auto da un sessantenne romano che voleva 10 euro alla volta e favori sessuali gratis. Era un’organizzazione perfetta quella che avevano messo su undici banditi albanesi, quattro dei quali ancora all’estero. Gli altri sono stati raggiunti da misura cautelare chieste dalla Procura di Roma e firmate dal Gip del Tribunale dopo oltre un anno di indagini dei carabinieri della Compagnia Eur del maggiore Antonio Forte. Tranne l’africano e il romano, hanno dai 19 ai 24 anni. Il presunto capo del sodalizio e la sua compagna (anche lei ex prostituta) sono stati denunciati. All’epoca dei fatti contestati lui era ancora minorenne, e lei ritenuta la “carceriera”, controllava incassi e contatti delle giovani. In tutto, diciotto ragazze sono state liberate dalla schiavitù sessuale. Hanno dai 18 ai 24 anni di età. Arrivavano in Italia con la solita promessa di trovare lavoro. Invece era un inganno proposto da un malvivente romeno a un altro albanese. Sceglievano le vittime e le incastravano nel sogno che poi si rivelava un incubo. In un caso addirittura la ragazza è stata venduta a uno zingaro che poi l’ha ceduta agli aguzzini. È lei ad aver fatto partire l’indagine. Un anno fa, quando era minorenne, racconta la sua storia ai carabinieri del Nucleo operativo del tenente Piccione. Riferisce dove vive: nella casa del pappone a Centocelle. Stessa zona, insieme a Tor Bella Monaca e Casilina, e identica situazione in cui si trovano altre diciassette giovani. Sono giunte a Roma su treno o pullman. Poi sono andate dall’egiziano che ha fornito agli uffici i documenti del (finto) rapporto di lavoro, spesso come bariste allo «Squalo», circolo dove in passato è stato anche ucciso un peruviano. Una copertura a pagamento: seimila euro per la pratica e 300 euro al mese per i contributi che versava all’Inps. In più, le sfruttate dovevano versare altre 300 euro al mese agli aguzzini. Un introito che in un anno ha raggiunto gli 800 mila euro. Il resto dei soldi le giovani potevano tenerlo.

 

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