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Mercoledì il parlamento Ue vota rapporto su traffico esseri umani
Roma, 21 ott. (TMNews) – I paesi membri dell’Unione europea (Ue) dovrebbero imparare dall’Italia e adottare normative anti-mafia per contrastare le organizzazioni dei trafficanti di esseri umani, responsabili della riduzione in schiavitù di quasi un milione di persone nel vecchio continente. E’ quanto si legge nel rapporto redatto dal Parlamento europeo su criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, che verrà votato mercoledì prossimo.
Stando a quanto si legge nel rapporto, sono circa 880.000 le persone costrette a lavori forzati nei 28 Stati membri, di cui 270.000 sono vittime di sfruttamento sessuale. Si stima che le organizzazioni criminali raccolgano ogni anno profitti per 25 miliardi di euro.
Uno degli autori dello studio, la slovena Tanja Fajon, ha sottolineato come i dati raccolti mostrino che “la mafia non è più italiana, è ovunque in Europa. Dobbiamo fronteggiare una mafia europea simile a una piovra, che si sta rafforzando con la crisi in atto e ha i suoi tentacoli nelle attività degli stati membri”. Nel rapporto si consiglia quindi di creare programmi di protezione per i testimoni di giustizia e di utilizzare i beni confiscati ai criminali per fini sociali.
Misure accolte con favore dagli attivisti anti-schiavitù. “L’approccio italiano contro la schiavitù dei giorni nostri è piuttosto avanzato – ha detto al Guardian Anthony Steen, ex deputato conservatore britannico, oggi presidente della Fondazione Human Trafficking – gli italiani hanno appreso che il modo migliore per colpire le organizzazioni criminali è la confisca dei loro beni, e sono anche molto bravi ad aiutare le vittime”.
Il Guardian ha quindi ricordato la sentenza emessa lo scorso anno dalla corte dell’Aquila, indicata come un precedente per il resto d’Europa: 17 vittime di traffico di esseri umani sono state ricompensate con 50.000 euro a testa, usando i beni confiscati ai loro aguzzini.