Un giro di 20.000 euro al mese per le prestazioni di ognuna delle donne coinvolte nel giro di prostituzione, con tariffe che variavano da 300 a 600 euro, per incontri da 10 minuti a oltre un’ora. Sono queste le cifre del giro di sfruttamento della prostituzione in una villa di Vittoria (Ragusa), portato alla luce dai carabinieri del comando provinciale di Ragusa, che hanno arrestato quattro persone – tre sono state poste ai domiciliari – e compiuto perquisizioni anche a Napoli. I militari hanno eseguito una ordinanza emessa dal Gip presso il tribunale di Ragusa Claudio Maggioni su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Serena Menicucci. Gli arrestati sono Elena Balestrino, di 58 anni, nata a Cagliari ma residente a Vittoria, ritenuta capo dell’organizzazione, Emanuele Giannì, pensionato di 67, di Comiso (Ragusa) ma residente a Vittoria, Rossella Noto, di 27, di Vittoria, Maurizio Trovato, operatore agricolo di 52, anche lui di Vittoria. Secondo l’accusa avrebbero favorito e sfruttato la prostituzione di cinque donne straniere dal novembre 2012 ad oggi. Tra le donne costrette a prostituirsi anche una madre di 58 anni, detta Ines, e la figlia di 28 anni, detta Nina, da cui il nome dato all’operazione. Quest’ultima sarebbe stata spesso maltrattata dalla Balestrino a causa del suo scarso rendimento, sospettando addirittura che unitamente alla madre tentassero di eludere gli accordi sulla la suddivisione dei compensi.
I militari hanno anche dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo della villa di Vittoria di proprietà di Balestrino, dove sarebbe avvenuta l’attività di meretricio. L’attività era inoltre pubblicizzata con annunci su quotidiani locali o su siti Internet specializzati. Uno dei complici avrebbe detto a Balestrino, durante la sua assenza nel periodo natalizio, dell’andamento degli affari, lamentandosi della «crisi» anche nel loro settore. Per far sparire rapidamente i proventi dell’attività sarebbero state usate carte prepagate.