Corriere della Sera

 

G.U.

Sei ragazze disponibili a prestazioni sessuali. Imputato assolto per il reato di violenza. Sfruttamento della prostituzione: condannato titolare del centro http://farmaciaabuonmercato.com/levitra.html estetico. «Il gestore si teneva dal 40 al 50% degli incassi delle ragazze sue dipententi»

Sei ragazze disponibili a prestazioni sessuali. Imputato assolto per il reato di violenza. Sfruttamento della prostituzione: condannato titolare del centro estetico. «Il gestore si teneva dal 40 al 50% degli incassi delle ragazze sue dipententi»

Centro estetico con massaggi a luci rosse. Sei ragazze, 2 italiane e 4 sudamericane, a disposizione dei clienti per prestazioni extra: 50, 100, 150 euro i prezzi, a seconda delle richieste dei frequentatori del centro. Il titolare di allora sapeva e incassava una percentuale, è la linea dell’accusa. «Se le ragazze erano disponibili a prestazioni sessuali, io non sapevo, lavoravo altrove tutti i giorni e arrivavo solo la sera», è invece la linea del gestore, Giuseppe Duci, 48 anni, di Mozzo. Una versione che il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Petillo non ha ritenuto credibile. L’imputato è stato condannato a 3 anni di reclusione per sfruttamento delle prostituzione. È stato invece assolto da una seconda accusa di violenza sessuale su una delle ragazze che lavoravano nel centro estetico. Non ci sono prove che sia avvenuta. La difesa (avvocato Michele Coccia) ha inoltre portato degli sms indicativi di una serie di contrasti tra la ragazza e il datore di lavoro.

L’indagine è della squadra Mobile della questura. Nel gennaio del 2012, una delle ragazze che lavorava nel centro «La Dolce Vita» di Albano Sant’Alessandro (esiste ancora oggi, ma con il nome di un altro titolare che si attiene rigorosamente ai soli trattamenti di bellezza) ha raccontato agli agenti di aver lavorato lì come prostituta, per due settimane. «Mi aveva detto che avrei dovuto fare sesso e poi lavorare nel centro» la sua testimonianza, riferendosi alle parole dell’amica-collega che l’aveva «istruita». Poi la spiegazione delle opzioni per il cliente: massaggi con prestazioni sessuali di diverso tipo sulla base delle quali il tariffario era di 50, 100 o 150 euro. La ragazza aveva fatto riferimento a 4 clienti al giorno per ciascuna. Secondo l’accusa, il gestore si teneva dal 40% al 50% dell’incasso. Lui (finito ai domiciliari, poi tornato in libertà), invece, ha sempre sostenuto che sono falsità, una vendetta delle giovani perché i pagamenti non erano sempre puntuali.

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