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Avvenire.it

Angelo Picariello

Superare, 60 anni dopo, la legge Merlin. L’obiettivo è quello di regolamentare la prostituzione, con una serie di “buone intenzioni” (dalla lotta allo sfruttamento all’esigenza di tenere lontana questa pratica da scuole e luoghi di culto) e un rischio difficile da scongiurare, anche sulla scorta delle esperienze di altri Paesi: l’ulteriore impulso che la legalizzazione potrebbe portare a una pratica che in ogni caso, anche quello di libera scelta, evoca un’idea di sfruttamento del sesso a fini economici.
Il Palazzo vince l’ultimo tabù, il tema fa irruzione nell’austera sala Aldo Moro di Montecitorio. Le proposte in campo, sono soprattutto due. Una, presentata alla Camera, vede come primo firmatario il presidente della commissione Affari costituzionali Pierpaolo Vargiu, di Scelta Civica, un’altra – prima firmataria Maria Spilabotte, vicepresidente della commissione Lavoro, del Pd – calendarizzata a Palazzo Madama proprio mentre a Roma il sindaco Marino lanciava la sua idea di un quartiere a luci rosse.

Le proposte – 77 i firmatari in tutto con adesioni, oltre che nel Pd, anche fra M5S, Lega e Fi, ma sostegni più o meno isolati un po’ da tutti i partiti – sono ampiamente sovrapponibili e simili nei loro aspetti essenziali. L’attività viene riconosciuta «purché svolta in autonomia e libertà» e prevede una regolarizzazione a livello fiscale, contributivo e previdenziale, test sanitari obbligatori, iscrizione alla Camera di Commercio. Efe Bal, escort transessuale, ne fa anche una questione di voler «contribuire ed essere essere utili al Paese». Ma c’è chi fa notare che in Germania, dove tale iscrizione è stata resa possibile, si registra non più di una quarantina di auto-dichiarazioni. Nelle proposte in esame c’è l’obbligo di far uso del profilattico e il divieto di esercitare in luoghi aperti al pubblico se non in forma «associata o cooperativa» (una vera e propria riapertura delle case chiuse, quindi) o in aree individuate dagli enti locali «d’intesa con le associazioni di settore e i cittadini», i cosiddetti quartieri a luci rosse. Posto, naturalmente, che vi sia qualche quartiere che desideri assumere liberamente tale connotazione….leggi

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