LA STAMPA

Rimini, la ragazza di origine bulgara è riuscita a fuggire grazie a un cliente

Quell’uomo – bulgaro come lei – lo aveva conosciuto, un anno fa, su Facebook. Millantava di avere fatto fortuna in Italia come venditore di auto di lusso e l’ aveva convinta a lasciare il Paese natio, e il figlio 14enne, per venire a fare la cameriera sulla Riviera Romagnola. Un uomo di successo, per giunta connazionale – quindi uno di cui fidarsi nei suoi pensieri – che le offriva una buona opportunità per dare una svolta alla sua vita di mamma separata e disoccupata. Un’offerta da prendere al volo.

Invece, al posto di un lavoro onesto, per lei l’uomo aveva in mente la prostituzione in una abitazione di Torre Pedrera, nel Riminese. Progetto «spiattellato» senza troppo concedere all’ immaginazione: «devi prostituirti», le parole dell’aguzzino una volta caduta, in fretta, la maschera dell’uomo perbene.

Parole condite dalle minacce di uccidere il figlio, affidato ai nonni materni in Bulgaria, e poi dalle botte, dalle frustate e dalla violenza sessuale, ultima angheria per vincere le resistenze a vendersi.

Dopo un anno di vessazioni, percosse e violenze, costretta a prostituirsi dalla ferocia dell’aguzzino e dalla sua fidanzata – 27enne bulgara come il compagno – è riuscita a fuggire, grazie all’aiuto di un cliente, da quella che era divenuta una sorta di «casa degli orrori».

La giovane non era l’unica costretta a vendere il proprio corpo: altre due cittadine bulgare, infatti, si trovavano nella sua stessa situazione, tenute prigioniere e lasciate uscire solo per raccogliere clienti. Buoni per ingrossare il portafogli del `padrone´: le ragazze, infatti, guadagnavano fino a 800 euro per notte, ma ogni euro lo versavano allo sfruttatore che a loro girava soltanto i soldi per acquistare qualcosa da mangiare.

Solo alcuni giorni fa due di loro sono riuscite a fuggire, grazie all’aiuto di un cliente: una ha chiamato la Polizia raccontando la propria storia. La Squadra Mobile riminese ha fatto irruzione nella casa dello sfruttatore in via Largo Margherita, riuscendo a fermare e arrestare solo la fidanzata dell’uomo, dileguatosi senza lasciare traccia. Una donna forse complice nella vicenda ma innamorata al punto da prostituirsi per lui gratis.

L’intervento degli uomini della Mobile ha permesso di `salvare´ la terza ragazza vessata dalla coppia di aguzzini e ora libera, come le altre compagne di sventura, di ricostruire una vita diversa.

 

 

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