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Intensificare la collaborazione e il coordinamento delle Chiese cristiane nella lotta al traffico e allo sfruttamento di esseri umani nel mondo. E’ l’impegno scaturito da un incontro ecumenico che ha visto riuniti per quattro giorni a Colombo, in Sri Lanka, rappresentanti delle Chiese cristiane di diversi Paesi, delle Nazionali Unite, giuristi e attivisti per i diritti umani. Tema dell’incontro, organizzato dalla Commissione per gli affari internazionali del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Wcc) e dalla Conferenza cristiana dell’Asia, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle Chiese dello Sri Lanka, era appunto “Le migrazioni e il traffico di esseri umani: una forma moderna di schiavitù?”.

La riunione è stata un’occasione per fare il punto su questa piaga e sui mezzi e le strategie per combatterla. Tra i relatori Marie Sol Villa del Consiglio nazionale delle Chiese delle Filippine che ha illustrato la situazione del suo Paese, il quarto nel mondo, insieme all’India, la Cina e il Messico, con il maggior numero di emigrati e quindi più esposto al fenomeno del traffico che coinvolge soprattutto donne e bambini destinati ai mercati del lavoro e del sesso nei Paesi del Golfo Arabico, in Malesia, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud Taiwan, fino al Sud Africa, al Nord America e all’Europa. Yilikal Shiferaw Messelu, della Chiesa ortodossa etiopica Tewahedo, ha invece parlato della tratta gestita dai beduini nel Sinai, una realtà nota anche alle cronache italiane grazie alla tenace opera di don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che per primo ha denunciato dall’Italia questo inaudito traffico.

Dal confronto dunque è emersa la comune volontà delle Chiese cristiane di intensificare l’opera di aiuto e advocacy delle Chiese a sostegno delle vittime delle moderne forme di schiavitù e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo vero “delitto contro l’umanità”, come l’ha definita la settimana scorsa Papa Francesco, parlando ai partecipanti alla conferenza organizzata in Vaticano sulla tratta. (A cura di Lisa Zengarini)

 

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