Nel 2011 venne arrestato un 37enne accusato di aver costretto una giovane con problemi cognitivi a prostituirsi lungo la via Emilia
Una squallida vicenda maturata in un contesto di emarginazione e disagio sociale si è conclusa oggi nel tribunale di Parma. Nel novembre 2011 fece scalpore l’arresto di un uomo, 37enne di origine sarda, chesfruttava l’attività di prostituzione della fidanzata affetta da autismo.
Una donna di 27 anni, con evidenti problemi cognitivi, che veniva mandata sul marciapiede lungo la via Emilia a guadagnare denaro per quello che riteneva il suo futuro marito.
Il 35enne è finito a processo per sfruttamento della prostituzione, induzione alla prostituzione e circonvenzione di incapace. E’ stato condannato solo per il primo reato a tre anni e quattro mesi di reclusione, mentre per gli altri due è stato assolto dal collegio di giudici presieduto da Pasquale Pantalone perché il fatto non sussiste. Il pm Paola Reggiani aveva chiesto sette anni di reclusione. L’uomo è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Dovrà inoltre pagare un risarcimento alla parte civile, che sarà quantificato in sede civile.
Nel corso del processo sono state acquisite perizie psichiatriche sulla vittima e sull’imputato. E’ emerso che anche quest’ultimo soffriva di un ritardo mentale, non tale però da determinarne la totale incapacità di intendere e di volere. Secondo le accuse, l’uomo intascava gran parte dei proventi della prostituzione della giovane, che viveva in condizioni di degrado nella cantina dell’abitazione che l’uomo condivideva con la madre a Parma. Dopo un periodo in carcere e ai domiciliari, l’uomo è ora sottoposto all’obbligo di firma presso le forze dell’ordine.