In genere si pensa che tutti sappiano che cos’è la schiavitù. Orribile e disumana, la si è studiata nei libri di storia e la si è vista in tanti film e documentari. La si ritiene un fenomeno del passato, ormai superato. Ma quest’ultima affermazione è falsa. La schiavitù non è una mostruosità del passato di cui ci siamo definitivamente liberati: è un male tuttora presente in tutto il mondo. Non esiste più quale istituto giuridico ma, di fatto, ha assunto altre forme, più subdole e più perverse, che ne riproducono le logiche e le dinamiche. Prospera in tutti i continenti, anche se gli schiavi e le schiave del XXI secolo non portano più manette ai polsi o ceppi alle caviglie. Manette e ceppi prendono oggi la forma di ricatti, truffe, inganni, minacce, violenze, coercizioni, privazioni materiali, vessazioni, abuso di autorità, approfittamento di situazioni di vulnerabilità o di necessità, accattonaggio, prestazioni lavorative in condizioni disumane, manipolazioni e condizionamenti psicologici, assoggettamento a pratiche pseudoreligiose finalizzate a soggiogare la volontà delle vittime… Tanto che, nel mondo contemporaneo, ci sono più schiavi di quanti non ve ne siano mai stati in passato, anche se rappresentano una percentuale inferiore della popolazione. Schiavitù moderne A dispetto dell’ipocrisia perbenista di una società modellata sull’apparenza e sempre pronta a fingere di non vedere, si deve prendere atto che la schiavitù esiste e prospera anche nel nostro Paese. Hanno nomi, volti e storie gli schiavi e le schiave della post-modernità. Sono giovani donne che si chiamano Elisabeth, Florencia e Li: sono costrette a prostituirsi sulle strade, nei locali notturni, negli appartamenti o nei centri massaggi delle nostre città. Sono uomini che si chiamano Vincent, Modou e Juan: privati di diritti fondamentali, per pochi euro lavorano nei campi o in fatiscenti capannoni trasformati di notte in dormitori. Sono bambini e bambine che si chiamano Tom, Glory e Shaila: vittime del turismo sessuale o dell’accattonaggio. Leggi..
Schiavitù e servitù: infamia più che mai attuale
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